Romano Prodi
Romano Prodi è stato per due volte premier italiano ed è una delle figure politiche più importanti e iconiche della cosiddetta Seconda Repubblica
Romano Prodi è un politico, economista, dirigente pubblico e privato, Presidente della Commissione Europea ed ex Presidente del Consiglio. Soprannominato “il Professore” per la sua carriera accademica, è stato docente universitario di Economia e politica industriale all’università di Bologna. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui Membro onorario della London School of Economics and Political Science, Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e Gran Cordone dell’Ordine del Sole Nascente, oltre a 39 lauree Honoris Causa. Fondatore e leader de L’Ulivo, Inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Sahel, è considerato una delle figure politiche più importanti della Seconda Repubblica.
Gli esordi e la carriera accademica di Romano Prodi
Nato a Scandiano il 9 agosto del 1939, è l’ottavo di nove figli. Dopo gli studi al liceo classico di Reggio Emilia, vince una borsa di studio per il Collegio Augustinianum e s’iscrive all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove si laurea con lode nel 1961 in Giurisprudenza. Si specializza alla London School of Economics e nel 1963 inizia la sua carriera accademica, con l’incarico di assistente alla facoltà di scienze politiche dell’Università di Bologna. Nel 1966 diventa professore incaricato e nel 1971 professore ordinario di Economia e Politica industriale.
Intanto, Romano Prodi porta avanti anche l’attività di ricerca, che gli vale diverse pubblicazioni e lo porta a essere tra i fondatori della Scuola italiana di Economia Industriale.Dal 1974 al 1978 presiede la Società Editrice Il Mulino, mentre nel 1981 fonda Nomisma, una delle principali società italiane di studi economici, presiedendo il Comitato scientifico fino al 1995. Nel corso della sua carriera scrive inoltre editoriali per i principali quotidiani italiani, quali L’Avvenire d’Italia, Il Resto del Carlino, Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore.
L’attività politica e amministrativa
Nel 1963 il suo esordio in politica quando è eletto consigliere comunale a Reggio Emilia per la Democrazia Cristiana, ruolo che lascia dopo poco tempo per le difficoltà nel conciliare l'impegno amministrativo con quello accademico a Bologna. Il primo incarico manageriale è come presidente della Maserati.
Nel 1978 il ritorno all’attività pubblica quando diventa Ministro dell’Industria, ruolo che mantiene solo per un anno. Dal novembre 1982 all’ottobre 1989, è stato presidente dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), a quel tempo la maggiore holding italiana.
La fondazione dell’Ulivo
Nel 1993 il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi richiama Prodi a guidare l’IRI. Il 25 maggio 1994, poi, Il Professore va a Palazzo Chigi per un colloquio col nuovo Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, probabilmente con l’intenzione di dimettersi dall’Iri. Lasciato l’Istituto per la Ricostruzione Industriale, Prodi annuncia l’intenzione di entrare seriamente in politica: “Adesso ho mente e animo liberi. Un impegno in politica diventa un dovere, vista la situazione”.
In seguito alla scomparsa dei principali partiti di riferimento che avevano segnato la storia della Prima Repubblicana, come la Democrazia Cristiana, il PCI e il Psi, l’Italia infatti va verso un bipolarismo con tanti schieramenti diversi che si uniscono in alleanze di centrodestra e centrosinistra. Alle elezioni politiche del 1994 prevale la coalizione di centrodestra guidata dal Cav, ma entrata dopo pochi mesi in crisi.
Il 13 febbraio del 1995 Prodi lancia quindi il suo partito: L’Ulivo. Nel giro di un anno il movimento divenne il nome di un'alleanza fra il centro e la sinistra con la candidatura di Prodi a Presidente del Consiglio. Alle elezioni del 1996 la coalizione del centrosinistra vince e “Il Professore” viene incaricati di formare il nuovo Governo che resta in carica fino all’ottobre del 1998.
L’attività di Prodi come Presidente del Consiglio
Durante il suo primo ingresso a Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio continua il lavoro di risanamento della situazione economico-finanziaria italiana e si impegna nel progetto di inclusione dell’Italia nella moneta unica europea. L’obiettivo viene raggiunto con il Bel Paese che entra nel gruppo di testa dei paesi aderenti all’Euro, mentre l’esecutivo Prodi dà un forte impulso al risanamento dei conti pubblici.
Con il cosiddetto pacchetto Treu, si inaugura una stagione di continue riforme del mercato e del diritto del lavoro. Il Governo vara anche una nuova Authority indipendente, denominata Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Nel 1998, il ritiro dell’appoggio di una parte del gruppo di Rifondazione Comunista porta alla sfiducia per un voto alla Camera del primo esecutivo Prodi. Al “Professore” succede Massimo D’Alema, mantenendo una continuità di indirizzo politico, ma l’esclusione dell’ex presidente dell’Iri apre una crisi all’interno dell’Ulivo.
Il secondo Governo Prodi
Nel febbraio 1999 Prodi fonda I Democratici, un movimento politico che unisce tutti coloro che si riconoscono nell’Ulivo, ma nel marzo del 1999 è nominato Presidente della Commissione Europea, lasciando quindi la guida del nuovo movimento. La sua presidenza è segnata da alcune innovazioni nell’Unione, come l’entrata in vigore dell’Euro, l’allargamento dell’Ue ad altri 10 Paesi e la firma a Roma della Costituzione europea.
Terminato il mandato alla Commissione Europea, viene scelto come leader de L’Unione, una coalizione che riunisce tutti i partiti di centrosinistra e che vince le elezioni politiche del 2006, riportando per la seconda volta Prodi a Palazzo Chigi. Durante il mandato, il presidente del Consiglio ripresentata all’Onu di una risoluzione relativa alla moratoria universale della pena di morte, che viene approvata nel 2007, introduce una nuova linea in politica estera, ritirando le truppe italiane dall'Iraq e criticando il conflitto, ha un ruolo chiave nella creazione di una forza di pace multinazionale.
Inoltre, tra le altre cose, è responsabile della della proposta di legge Dico sulle coppie omosessuali e del varo della legge finanziaria del 2007, manovra di notevole portata, etichettata da alcuni come coraggiosa e necessaria per risollevare uno Stato in condizioni economiche non positive e da altri come esagerata e non necessaria. Dopo aver superato una prima crisi di governo nel 2007, a gennaio 2008 Prodi perde la fiducia del Senato e rassegna le dimissioni.
L’attività fuori da Palazzo Chigi
Dal 12 settembre 2008 al 31 gennaio 2014 Prodi presiede il Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. Nel 2013 l'assemblea dei grandi elettori del Pd decide di candidare Romano Prodi all'elezione del Presidente della Repubblica. Nonostante il dichiarato appoggio unanime dei democratici, Il professore ottiene solo 395 voti sui 504 necessari, e analisi giornalistiche calcolano che 101 delegati democratici non avevano votato Prodi. Il fallimento della candidatura porta alcuni componenti dei vertici del partito alle dimissioni, come Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi, mentre l’ex Presidente del Consiglio decide di non rinnovare la tessera del Pd.
Vita Privata
Romano Prodi è sposato dal 1968 con Flavia Franzoni, dalla quale ha avuto due figli: Giorgio e Antonio. Ha sei nipoti: Chiara, Benedetta, Maddalena, Davide, Giacomo e Tommaso. Nel 1992 ha condotto un programma televisivo su Rai 1, Il tempo delle scelte, nel quale dava una serie di sei lezioni di economia. Nel 2021 è stato eletto presidente dell’Associazione Italia-Association of Southeast Asian Nations.