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Il morbillo torna a uccidere negli Usa, allarme dell'Oms dopo i casi anomali: "L'Italia deve preoccuparsi"

I casi di morbillo negli Usa hanno allarmato l'Oms, ci sono morti e aumento dei contagi. Ma per Ciccozzi "anche noi dovremmo preoccuparci, specie con la primavera”

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Il morbillo è tornato a uccidere negli Usa. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato l’allarme dopo l’epidemia in America e i casi anomali (arrivati a 400), alcuni culminate con la morte. L’attenzione è massima anche in Europa, dove gli esperti del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), parlano di “considerevole aumento dei casi segnalati nel 2024”. E in Italia? Nei primi mesi del 2025 si sono registrati oltre 80 casi: solo la Romania, in Europa, ne ha di più. I motivi li ha spiegati a Virgilio Notizie l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, docente di Biologia molecolare presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.

I casi anomali di morbillo negli Usa segnalati dall’Oms

L’11 marzo scorso, l’Oms ha riferito di aver ricevuto un rapporto dal National Focal Point (Nfp) degli Usa riguardante un’epidemia di morbillo che ha raggiunto quasi 400 casi, segnalata “perché si tratta di un evento anomalo con un potenziale impatto significativo sulla salute pubblica” e un numero di casi e decessi nel 2025 superiore a quello degli anni precedenti.

Sono stati segnalati casi collegati all’epidemia in corso in Texas anche in Messico e, dall’1 gennaio al 20 marzo 2025, 17 Stati hanno segnalato un totale di 378 casi di morbillo, inclusi due decessi, “i primi morti correlati al morbillo negli Usa in un decennio“.

Il vaccino contro il morbillo somministrato in TexasFonte foto: Getty
Il vaccino contro il morbillo somministrato in Texas 

Uno di questi è stato confermato in Texas e uno è sotto inchiesta in New Mexico.

Casi in aumento in tutta Europa

Come spiega l’Ecdc, anche in Europa, dopo un periodo di attività insolitamente bassa in concomitanza con la pandemia di Covid (complici anche il lockdown e le limitazioni ai movimenti) i contagi sono tornati a crescere nel 2023, con 2.361 casi complessivi segnalati.

Tra il 1° febbraio 2024 e il 31 gennaio 2025 sono state effettuate 32.265 diagnosi di morbillo in tutta l’Unione europea.

La situazione in Italia

In Italia i dati parlano di oltre 1000 casi nell’ultimo anno (per l’esattezza 1.097 tra febbraio 2024 e gennaio 2025): si tratta del numero più alto, alle spalle della Romania, dove se ne sono contati 27.568 nello stesso periodo.

A seguire si trovano:

  • Germania (637)
  • Belgio (551)
  • Austria (542)

A preoccupare sono anche i decessi: 18 in Romania e 1 un Irlanda.

Il picco è previsto in primavera

Ma l’allarme cresce anche perché il periodo di maggior picco è rappresentato dalla primavera, almeno secondo Ecdc, che prevede l’aumento di casi “in linea con l’andamento stagionale della malattia”.

Da qui l’invito a sottoporsi a vaccinazione per chi non avesse ricevuto un’immunizzazione (anche naturale).

Il motivo principale del rialzo dei casi, infatti, sarebbe soprattutto “il gap nella copertura vaccinale contro questa malattia prevenibile, sia tra bambini e adolescenti sia fra adulti”, insieme all’alta contagiosità della malattia.

Il morbillo, infatti, si trasmette per via aerea, soprattutto nella fascia di età dei bambini piccoli, tra gli zero e i 4 anni, e in età scolare.

L’intervista a Massimo Ciccozzi

Dopo l’allerta per l’epidemia di morbillo che sta interessando alcune aree degli Stati Uniti, dunque, ora sale la preoccupazione anche in Italia. Perché?

“Il motivo è semplice: ci si vaccina meno, anche nei confronti di una malattia altamente contagiosa come il morbillo e che può portare con sé conseguenze anche molto serie. Purtroppo si è parlato molto di vaccini, specie durante la pandemia Covid, ma l’effetto è stato che oggi si vive una sorta di ‘stanchezza vaccina’ accompagnata da sfiducia. Negli Usa, inoltre, pesano le dichiarazioni del segretario alla Salute, RJ Kennedy, che ha rispolverato il vecchio dubbio di un nesso tra il vaccino e l’autismo, che in passato si era dimostrato essere infondato”.

Qual è oggi la situazione in Italia?

“Il primo effetto è il timore nel sottoporsi a vaccinazione o nel vaccinare i figli. È importante, però, osservare come il risultato sia un boom di casi. Nelle ultime due settimane si erano registrati 80 casi per milione di soggetti nella fascia da 0 a 4 anni, nella quale si è registrata l’incidenza maggiore. Ad oggi, invece, è questa è leggermente calata scendendo a 60,4, mentre è salita nella fascia tra i 15 e i 39 anni, passando da 40-45 casi a 52.

Cosa significa questo?

“Si tratta di una porzione di popolazione che non si è vaccinata, infatti i dati dell’Istituto Superiore di Sanità confermano che il 98% dei casi interessa soggetti non immunizzati. Ma dobbiamo porci una domanda: avendo a disposizione il vaccino, perché correre rischi anche gravi?

Quali possono essere le conseguenze del morbillo?

“Sicuramente problemi polmonari, ma anche encefalopatie. Già questo dovrebbe bastare, anche se poi tra i possibili rischi ci sono quelli di malattie subdole e anche di morte: non dimentichiamo che si registra 1 vittima ogni 1.000 casi”.

C’è il rischio che si assista a una epidemia vera e proprio anche nel nostro Paese?

“No, questa è un’ipotesi più remota, ma non serve arrivare a una situazione di emergenza del genere per correre ai ripari. L’obiettivo sarebbe proprio quello di limitare la diffusione della malattia e dunque anche delle possibili conseguenze gravi. Si può fare, è sufficiente vaccinarsi, anche adesso e a maggior ragione proprio ora”.

Perché vaccinarsi ora? È vero che la primavera è una stagione a rischio?

“Sì e i dati confermano che lo scorso anno il maggior numero di contagi si è verificato proprio nel periodo tra marzo e giugno. Chi non è immunizzato, dovrebbe provvedere subito. Ricordiamo che con le due dosi si può godere di una copertura intorno al 90%”.

Chi sono i soggetti più a rischio?

“Sicuramente gli immunodepressi che, se cala l’immunizzazione generale, non possono godere dell’effetto gregge. Si potrebbe anche pensare agli anziani, ma i dati dimostrano che l’incidenza maggiore è nella fascia degli adolescenti e dei giovani adulti, fino ai 40 anni circa”.

Il boom di casi negli Usa, invece, è legato anche alle recenti dichiarazioni del segretario alla Sanità, Robert J. Kennedy?

“Purtroppo sì ed è qualcosa di incredibile, dopo che ormai negli anni si è dimostrato che il nesso tra vaccinazione e autismo è infondato”.

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