Romano Prodi chiede scusa per la tirata di capelli alla giornalista: "Commesso errore, gesto per me familiare"
Romano Prodi chiarisce il gesto compiuto verso Lavinia Orefici: “Mai voluto intimidire”. Le scuse per aver tirato leggermente una ciocca di capelli
Durante un’intervista, Romano Prodi ha reagito con stizza a una domanda sul Manifesto di Ventotene tirando leggermente una ciocca di capelli alla giornalista Lavinia Orefici. Il gesto, ripreso in un video diventato virale, ha scatenato polemiche. Ora l’ex premier si scusa: “Ho commesso un errore, quel gesto fa parte della mia gestualità familiare, ma non volevo aggredire né intimidire”.
- Romano Prodi e la ciocca di capelli
- La domanda su Ventotene
- Il rischio di strumentalizzazioni
- Il dibattito sul gesto dell'ex premier
Romano Prodi e la ciocca di capelli
In una nota diffusa alla stampa il 26 marzo, Prodi chiarisce quanto accaduto il 22 dello stesso mese durante la presentazione del suo ultimo libro.
Di fronte a una domanda della giornalista Lavinia Orefici, inviata di Mediaset, l’ex presidente del Consiglio si era innervosito, replicando in tono sarcastico e arrivando a tirarle una ciocca di capelli.

Romano Prodi durante il punto stampa che ha causato molte polemiche
“Mi sono reso conto, vedendo le riprese, di aver trasportato quel gesto in un ambito diverso. Ho commesso un errore e di questo mi dispiaccio”, ha dichiarato.
La domanda su Ventotene
La giornalista aveva chiesto a Prodi cosa pensasse di una frase citata da Giorgia Meloni alla Camera, tratta dal Manifesto di Ventotene: “La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso”.
Prodi ha reagito con fastidio: “Ma che cavolo mi chiede? Io non ho mai detto una cosa simile”. Poi, con tono ironico: “Ma era il 1941… Cosa pensavano, al secondo articolo della Costituzione? Il senso della storia ce l’ha lei o no?”.
Il rischio di strumentalizzazioni
Nella parte finale della sua dichiarazione, Prodi amplia il discorso: “Penso sia un diritto di ciascuno rivendicare la propria storia e la propria onorabilità. Non accetto che tutto venga ridicolizzato e strumentalizzato, come se una vita intera non contasse nulla”.
L’ex premier denuncia la logica del “frame virale” che travolge ogni sfumatura, alimentata anche dalla potenza amplificatrice della rete.
Il dibattito sul gesto dell’ex premier
Il caso ha innescato anche un dibattito più ampio tra commentatori e analisti: fino a che punto un gesto spontaneo può essere tollerato quando a compierlo è una figura pubblica?
Romano Prodi, che ha rappresentato l’Italia e l’Europa ai massimi livelli, si trova ora a fare i conti con un’epoca in cui ogni movimento viene osservato, registrato e interpretato.
La questione non è solo di forma, ma riguarda il modo in cui i leader si relazionano con il dissenso, con il giornalismo e con le proprie responsabilità comunicative.
TAG:
