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Luca Zaia

Tutto quello che c'è da sapere su Luca Zaia, il Presidente della Regione Veneto

di Marta Ruggiero

Classe 1968, Luca Zaia è un politico italiano. Dopo la laurea in Produzione Animale alla facoltà di Agraria dell’Università di Udine, lavora come pr nelle discoteche. Nel 1999 sposa Raffaella Monti, segretaria in un’azienda.

Nasce il 27 marzo a Bibano (Godenga di Sant’Urbano). Dal 1998 al 2005 ricopre il ruolo di Presidente della Provincia di Treviso, e quello di Vicepresidente della Giunta regionale del Veneto dal 2005 al 2008. Da questo stesso anno, e fino al 2010, è ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali durante il Governo Berlusconi IV. Nello stesso anno viene eletto Presidente della Regione Veneto.

Luca Zaia, la carriera politica

Luca Zaia diventa consigliere comunale a Godenga di Sant’Urbano nel 1993, fra le liste di Lega Nord-Liga Veneta. Due anni dopo è candidato, ma non viene eletto, in Consiglio regionale del Veneto. Nello stesso anno entra nel Consiglio provinciale di Treviso e ricopre la carica di assessore all’Agricoltura.

Nel 1998 è il più giovane Presidente della Provincia eletto in Italia, ad appena 30 anni. Viene rieletto anche nel 2002, ma lascia l’incarico tre anni dopo per diventare Vicepresidente della Regione. Gli vengono affidate anche le deleghe all’identità veneta, allo sviluppo montano, all’agricoltura e al turismo.

Da ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, nel 2008, si occupa di garantire la qualità del vino toscano e vieta l’esportazione del Brunello di Montalcino negli Usa, a causa di alcune partite con certificazione falsa.

L’anno dopo presiede il primo G8 agricolo, affrontando – fra le altre – la tematica della fame nel mondo. Si dimette dall’incarico di ministro per ricoprire quello di Presidente della Giunta regionale del Veneto nel 2010. Diventa così il X Presidente del Veneto e il più votato fra i candidati alle varie presidenze regionali in Italia.

Nel 2015 si ricandida per il secondo mandato, sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord, Indipendenza Noi Veneto e Lista ZAIA. Viene riconfermato con il 50,08% delle preferenze. La storia si ripete nel 2010 e vince con il 76,8% dei voti.

I provvedimenti di Luca Zaia da Presidente della Regione

Luca Zaia si dice contrario alla pillola abortiva Ru486 e alla sua distribuzione nel Veneto. L’Agenzia italiana del farmaco precisa che c’è una legge – la 194 del 1978 – a regolamentarla e che non ci può essere opposizione da parte dei Governi regionali.

È sostenitore convinto del cosiddetto Piano Casa. Dopo l’alluvione che colpisce il Veneto nel 2010, consente la ristrutturazione di ruderi agricoli fino a 800 metri cubi, suscitando non poche polemiche. Lo stesso anno richiede più fondi al Governo nazionale per sostenere il Veneto colpito da una calamità naturale. È “una vergogna spendere 250 milioni di euro per i quattro sassi di Pompei” dirà Luca Zaia in merito. Una affermazione, questa, che suscita le polemiche delle forze politiche nazionali e che obbliga il Governatore a ritrattare.

Nel 2019 - insieme al Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e al sindaco di Milano, Giuseppe Sala – ottiene che le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali del 2026 vengano disputate in Italia. Nella fattispecie, i giochi si disputeranno in località differenti del Veneto, della Lombardia e delle province autonome di Trento e Bolzano.

Lo stesso anno, come conseguenza della candidatura risalente a 10 anni prima, il Comitato per il Patrimonio mondiale UNESCO, proclama le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene patrimonio dell’umanità.

Il parere del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si discosta delle indicazioni del Governo nazionale anche durante la pandemia da Covid. Non accetta di fare i tamponi solo ai casi che presentano sintomi compatibili con il Coronavirus e predispone una task force per poter fare controlli a tappeto. L’obiettivo è quello di isolare anche gli asintomatici, con un’analisi incrociata dei dati dei laboratori di microbiologia di tutti gli ospedali veneti. Inoltre, la Regione Veneto è la prima a testare i tamponi sierologici.

Autonomia del Veneto, il referendum

Il referendum regionale viene indetto nel 2017 per chiedere il parere degli elettori veneti circa l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomie. L’esito della consultazione è positiva e la Giunta, in seduta straordinaria, delibera un disegno di legge da trasmettere al parlamento nazionale per chiedere il trasferimento delle 23 competenze previste dallo Stato alla Regione. L’aula consiliare dà pieno mandato a Luca Zaia di trattare con il Governo.

I negoziati durano tre mesi. A febbraio 2018, il Governatore della Regione Veneto - insieme agli omologhi di Lombardia ed Emilia Romagna, Roberto Maroni e Stefano Bonaccini – firma un accordo preliminare in base all’articolo 116 della Costituzione.

Le posizioni politiche di Luca Zaia

Luca Zaia ha dichiarato di essere contrario alle adozioni gay, ma è favorevole al riconoscimento delle coppie omosessuali. "Le libertà devono essere garantite a tutti e non c’è spazio per l’omofobia ed il razzismo", dice. Fra gli esponenti della Lega, infatti, è fra i più moderati in merito ai diritti civili.

Afferma che "Il centrodestra deve cambiare pelle rispetto a trent'anni fa, mi aspetto che sia più inclusivo e attento ai cambiamenti, libero dai complessi di inferiorità sul versante culturale e dai tabù in materia di diritti, nuove famiglia e sessualità. Lo dico in un altro modo: l'omosessualità non è una patologia, l'omofobia invece sì. È una questione di libertà e di rispetto, chi non lo comprende è fuori dalla storia".

Nel 2014 afferma di essere favorevole al plebiscito digitale illegale, in corso in quel periodo, che chiede ai cittadini del Veneto di esprimersi sulla dallo Stato italiano. Paragona la regione di cui è Governatore alla Crimea occupata dalle truppe russe che, proprio l'11 marzo di quell’anno, vota per l’indipendenza dall’Ucraina.

Il Presidente Zaia stima molto il leader dei Radicali, Marco Pannella, che definisce un "maestro di democrazia diretta e di conquiste di diritti sociali". Per questo e per la vicinanza alle idee del Mahatma Gandhi, si dichiara “pannelliano” e “ganghiano”.

Infine, si dice contrario alla legalizzazione della marijuana e, allo stesso tempo, è favorevole al non criminalizzare i sei milioni di italiani che ne fanno uso, perché pensa che "depenalizzare è una cosa, legalizzare è un'altra".

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