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Crisanti sbotta contro Zaia, parole durissime del virologo: "Lo inseguirò fino alla fine del mondo"

Il virologo Andrea Crisanti promette battaglia a Luca Zaia, governatore del Veneto: "Se fossimo in Inghilterra si sarebbe già dimesso"

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La pubblicazione di Report (Rai Tre) delle intercettazioni in cui si sente Luca Zaia attaccare Andrea Crisanti ha innescato una bufera mediatica sul governatore del Veneto. Il microbiologo, intervistato da La Repubblica, parla di un qualcosa di “una gravità inaudita”.

Crisanti contro Zaia: “Siamo diventati la Repubblica delle banane?”

Il professore premette che ci possono essere disaccordi su aspetti tecnici e si possono avere opinioni politiche diverse, “ma pensare che un Presidente della Regione utilizza tutta la sua forza e le sue leve per danneggiare in maniera illecita chi sta cercando di metterlo sulla giusta strada…a me pare di una gravità inaudita”.

“Cosa siamo diventati, la Repubblica delle banane? Se fossimo in Inghilterra Zaia sarebbe costretto a dimettersi”, ha chiosato Crisanti. Chi invece si è dimesso è stato lui, che ha deciso di lasciare la cattedra di Microbiologia dell’Università di Padova.

Faida Crisanti-Zaia.Fonte foto: ANSA

“Nelle carte dell’inchiesta padovana sui tamponi rapidi comprati dal Veneto, nata da un mio esposto, sono venute fuori delle circostanze inaspettate che secondo il mio avvocato configurano reati – ha spiegato Crisanti a La Repubblica -. Voglio avere quindi le mani libere per tutelarmi legalmente senza mettere in imbarazzo l’Ateneo, che collabora con la Regione. Da quando sono stato eletto al Senato sono in aspettativa, però era opportuno lo stesso dimettermi”.

La circostanza di cui parla il medico è un documento avuto dal direttore della Scuola di medicina. Documento di critica nei suoi confronti, scritto da alcuni direttori di dipartimento. Critiche su che cosa? “Non è importante il contenuto, è importante che per molti colleghi valga di più avere buoni rapporti con il potere che difendere la libertà“.

“Inseguirò Zaia fino alla fine del mondo”

Crisanti promette battaglia al governatore del Veneto: “Inseguirò Zaia fino alla fine del mondo per inchiodarlo su qualsiasi responsabilità che possa avere nei miei confronti. Questo regime di intimidazione nel Veneto deve finire. Ho fatto l’accesso agli atti dell’inchiesta e si capisce che Zaia è l’orchestratore della campagna di diffamazione e discredito. Io stavo solo cercando di salvaguardare la regione, informandoli che era una follia utilizzare i tamponi rapidi per lo screening durante la seconda ondata di Covid“.

Lo studio della ‘discordia’ risalente all’ottobre 2020, quello in cui Crisanti sostenne che i tamponi antigenici rapidi non fossero attendibili come invece ha dichiarato la regione Veneto, fu eseguito non per iniziativa personale del microbiologo, ma su indicazione dell’Unità di crisi dell’ospedale di Padova.

“La Regione – ha spiegato Crisanti – già da qualche mese aveva emanato delibere con le quali annunciava di voler utilizzare in modo diffuso i test antigenici. Anche dalla semplice lettura del bugiardino si capiva che erano sconsigliati per lo screening dei pazienti in entrata negli ospedali e nelle rsa per anziani”.

E ancora: “All’unità di crisi, quindi, ho proposto uno studio su tutti i pazienti del pronto soccorso, per testare l’efficacia dei tamponi rapidi: è venuto fuori che hanno una sensibilità del 70 per cento, insufficiente per avere adeguato valore predittivo negativo, cioè la probabilità di identificare come negativo un negativo vero. Ho cercato di spiegarlo e di avvertire i vertici della Regione”.

Le intercettazioni di Zaia

Crisanti rivela di aver scritto una pec al direttore generale della Sanità veneta Luciano Flor e alla dottoressa Francesca Russo della Prevenzione, senza però ricevere alcuna risposta. “I risultati del mio studio sono finiti sul Mattino di Padova e a quel punto Flor ha chiesto a Cattelan a Cianci, che avevano collaborato con me allo studio, di scrivere una lettera con cui si dissociavano dalle conclusioni. Ma so per certo che Cianci è stato forzato a scriverla”.

Il microbiologo fa sapere di avere una registrazione “in cui Cianci lo ammette”. “Dal momento in cui la lettera è stata resa pubblica – aggiunge sempre lungo le colonne di La Repubblica -, sono cominciate le azioni di screditamento. Allora io ho pubblicato il mio studio, e l’Azienda Zero mi ha querelato per diffamazione! Era dai tempi di Galileo che non si vedeva uno scienziato denunciato da un’entità pubblica per una ricerca”.

Si arriva alle intercettazioni furiose di Zaia: “Quando Azienda Zero, tramite il direttore Roberto Toniolo, ha specificato che non si trattava di una querela ma di un esposto, Zaia è andato su tutte le furie perché la diffamazione è procedibile solo su querela di parte. È in quell’occasione che al telefono ha detto che voleva mandarmi a schiantare e che mi aveva nel mirino da mesi”.

zaia-crisanti Fonte foto: ANSA
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