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Antonio Tajani

Tutto su Antonio Tajani: con Salvini, da ottobre 2022, è vicepremier del governo Meloni in virtù del sodalizio vincente del centrodestra; la carriera politica

di Luca Bucceri

Uomo politico di lungo corso, capace di ricoprire ruoli istituzionali in Italia e in Europa di spessore, Antonio Tajani è uno dei volti noti della classe dirigenziale italiana degli ultimi anni.

Classe 1953, nella formazione del governo Meloni, in carica da ottobre 2022, ha ricevuto l’incarico di ministro degli Esteri (ereditando la poltrona alla Farnesina da Luigi Di Maio) e quello di vicepresidente del Consiglio dei Ministri che condivide con Matteo Salvini, altro uomo di spicco nella coalizione di centrodestra che ha portato al trionfo Giorgia Meloni.

Antonio Tajani, la carriera politica fino agli anni 2000

Nato a Roma nel 1953 da genitori di modeste origini, con la madre insegnante e il padre ufficiale dell’esercito, Tajani è cresciuto e si è formato nella Capitale, città con la quale nonostante gli anni di lontananza nella sua carriera politica ha sempre saputo mantenere un rapporto speciale. Diplomato al liceo ginnasio Tasso e laureato in Giurisprudenza a La Sapienza, prima di avviare la sua carriera in politica ha fatto esperienza nell’esercito e non solo.

Ufficiale di complemento dell’Aeronautica Militare, specializzato nella difesa aerea e controllore della difesa presso la base rada di San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti, Tajani è anche giornalista professionista. Prima di addentrarsi tra le aule di Montecitorio in qualità di politico, infatti, ha avuto modo di frequentarle in qualità di giornalista in quanto, dal 1980, è stato cronista parlamentare e redattore per vari giornali come Il Settimanale e Il Giornale, ma anche conduttore in Rai per il Gr1 e inviato speciale in Libano, Unione Sovietica e Somalia.

La politica, che lo ha portato dalla gioventù ai nostri giorni a essere visto come uno degli uomini più influenti in Italia, è entrata nella sua vita molto presto. Già in adolescenza Tajani ha infatti militato nel Fronte Monarchico Giovanile per il quale è anche stato vicesegretario. Ma è con la discesa in campo di Berlusconi che ha saputo ritagliarsi un ruolo di spicco.

Nel 1994, quando il Cavaliere ha deciso di iniziare la sua avventura in politica, Tajani lo ha affiancato nella fondazione di Forza Italia diventando membro del consiglio direttivo e coordinatore regionale del partito nel Lazio. Il legame con l’allora patron del Milan si è fatto sempre più indissolubile, portando il classe ‘53 a essere considerato il vero e proprio braccio destro di Berlusconi in oltre 30 anni di storia del partito.

Proprio grazie a Forza Italia, nel giugno 1994, viene eletto europarlamentare, mentre nel 1996 viene sconfitto di misura alle politiche. È nel 2001 che prova il grande salto con la corsa alle amministrative di Roma nelle quali, dopo aver ottenuto il 45% al primo turno, al ballottaggio con Veltroni perde di misura (52 a 47) divenendo comunque consigliere comunale nella Capitale.

Gli incarichi in Europa: da commissario a presidente del Parlamento europeo

Ma la carriera politica di Antonio Tajani, più che in Italia, ha goduto del suo massimo splendore oltre i confini nostrani. Dopo essere stato eletto europarlamentare, infatti, con Forza Italia negli anni ha saputo riconfermarsi in Europa elezione dopo elezione.

Nel 2008, dopo la fine dell’incarico di Franco Frattini, Tajani è stato nominato Commissario europeo dell’Italia nella Commissione Barroso I assumendo anche la carica di vicepresidente e quella di Commissario europeo per i Trasporti.

Riconfermato nel ruolo nel 2010, divenendo anche commissario per l’industria e l’imprenditoria, Tajani si è anche fatto promotore del programma Erasmus per i giovani imprenditori, così come quella di “50.000 turisti” per favorire il turismo di bassa stagione tra America Latina e Europa. Nei suoi incarichi europei si è fatto anche voce nella lotta ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e alla contraffazione dei prodotti industriali (con l’arrivo del “made in” per sconfiggere la piaga).

Candidato alle europee come capolista di Forza Italia nel 2014, diventa vicepresidente del Parlamento europeo in quota FI-PPE con delega alla sicurezza, al dialogo interreligioso e alla Casa della storia europea, Dopo aver rinunciato all'indennità transitoria di fine mandato che gli sarebbe spettata in quanto ex vicepresidente della Commissione, è nel 2017 che arriva il grande incarico.

Alla fine del mandato Schulz, con la presidenza che sarebbe dovuta andare a un candidato PPE, al 4° scrutinio viene eletto presidente del Parlamento Europeo diventando il primo italiano a ricoprire la carica dopo 38 anni di assenza dall’ultima volta di Emilio Colombo.

Forza Italia, il ruolo di Tajani nel partito

Nel corso della sua carriera politica Antonio Tajani è sempre stato fedele alla destra. La sua esperienza è stata di vitale importanza per partiti come l’UMI (la citata Unione Monarchica Italiana), ma anche per il PdL (il Popolo delle Libertà nato nel 2009 e sospeso nel 2013), ma è in Forza Italia che ha trovato il suo nido sicuro.

Fondatore del partito insieme a Berlusconi nel ‘94, Tajani è stato l’uomo di spicco del partito ricoprendo ruoli via via più importanti tra gli azzurri. Già capodelegazione in Europa nel 1999 e presidente di delegazione nel Parlamento Europeo del 2004 al 2008, nel 2013 con la nuova Forza Italia è diventato anche membro del Comitato di presidenza.

Uomo tra i più fidati di Silvio Berlusconi, nel corso degli anni il suo peso all’interno del partito si è fatto sentire sempre più tanto che, nel 2018, è stato nominato vicepresidente di Forza Italia entrando a far parte del Coordinamento di Presidenza.

Rimasto fuori dalla rosa dei ministri del governo Draghi, nel 2021 Berlusconi gli affida il ruolo di coordinatore unico nazionale insieme ad Anna Maria Bernini per coordinare lo sviluppo del partito sul territorio.

Il peso di Tajani nel governo Meloni

Alle elezioni politiche del 2022, con il centrodestra che si è presentato unito alla corsa a Palazzo Chigi, la figura di Tajani è stata tra quelle fondamentali per la formazione del Governo. Con Giorgia Meloni vincitrice indiscussa della tornata, ma con Forza Italia e Lega in appoggio e alla ricerca di ruoli importanti nell’esecutivo, il classe 1953 ottiene due importanti incarichi.

Data la fedeltà al progetto che ha portato Meloni a essere la prima premier donna della storia della Repubblica italiana, Tajani viene nominato vicepresidente del Consiglio, ma è anche e soprattutto grazie alla sua esperienza nel campo politico europeo che ottiene l’incarico alla Farnesina come ministro degli Esteri.

Le idee politiche e le controversie

Attivista monarchico in gioventù, Tajani si è costantemente dichiarato favorevole al rientro dall'esilio dei membri maschi del ramo principale di Casa Savoia in Italia. Decisa anche la sua posizione sull'eutanasia, ampiamente spiegata dopo la bocciatura del referendum costituzionale voluto dall'associazione Luca Coscioni: "Sono sempre rispettoso di chi soffre, ma sono convinto che nessuno abbia il diritto di togliere e togliersi la vita. Anche se si soffre".

Alcune sue parole, però, nel corso degli anni hanno portato a feroci critiche nei suoi confronti. Da ricordare quelle dette, nel 1996, nell'interrogazione parlamentare in cui scriveva che i figli di genitori omosessuali subiscono “gravi problemi psicologici e di inserimento nella società”.

Critiche anche sulle parole dette su Mussolini nel 2019 a Radio24, dove Tajani aveva sottolineato: "Fino a quando non ha dichiarato guerra al mondo intero seguendo Hitler, fino a quando non s’è fatto promotore delle leggi razziali, a parte la vicenda drammatica di Matteotti, ha fatto delle cose positive. Non si può dire che non abbia realizzato nulla". Nonostante avesse sottolineato di non essere fascista e "mai lo sono stato e non condivido il pensiero politico", il dito puntato contro dal Parlamento Europeo e dalla politica italiana hanno portato il classe 1953 a una rettifica chiara: "Ho sempre ribadito che Mussolini e il fascismo sono stati la pagina più buia della storia del secolo passato".

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