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L'arcivescovo contro i presunti stupratori di Palermo: "Chi violenta una donna violenta Santa Rosalia"

L'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha utilizzato parole di fuoco contro chi violenta le donne. L'occasione è stata la commemorazione della santa patrona

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I fedeli palermitani hanno rinnovato la loro devozione a Santa Rosalia con la tradizionale “acchianata” (salita) su Monte Pellegrino, il promontorio che sovrasta la città e sulla cui cima c’è il santuario della “Santuzza”. Nella sua omelia l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha fatto riferimento al presunto stupro che ha sconvolto l’opinione pubblica palermitana e ha utilizzato parole durissime contro chi viola il corpo delle donne.

La condanna dell’arcivescovo Lorefice contro gli stupratori

“Siamo ancora sbigottiti dalle immagini del branco che si accalca attorno a una ragazza condotta al Foro Italico per lacerarla nel corpo e nell’anima”.

Così ha detto l’arcivescovo di Palermo nel corso della memoria liturgica di Santa Rosalia, la patrona del capoluogo.

Il luogo in cui si sarebbe svolto il presunto stupro di PalermoFonte foto: ANSA
Il cantiere abbandonato al Foro Italico in cui si sarebbe consumato il presunto stupro di Palermo.

“Un manipolo di giovani accomunati dal delirio di ‘onnipotenza virile’, che si avventa su di lei come fosse ‘carne’ da preda. Epilogo del fallimento formativo di noi adulti, delle fondamentali agenzie educative della società”, ha detto Lorefice.

L’arcivescovo ha utilizzato la stessa scelta lessicale – “fallimento” – della professoressa Giovanna Corrao, protagonista di un durissimo sfogo diventato virale.

“Non possiamo essere gli amici, i devoti, i concittadini di Rosalia e violentare il suo corpo e la sua casa”, ha aggiunto l’arcivescovo.

“Aggredire il corpo di una giovane per le strade e tra le case che Rosalia ha contribuito a liberare dalla peste che seminava morte e angoscia, povertà e separazione”, significa per padre Corrado, “aggredire e violentare Rosalia, la nostra Santuzza”.

“Ogni giovane donna è Rosalia – ha tuonato l’arcivescovo – ogni anfratto di Palermo è la città che Rosalia ha liberato e che vuole libera dalle pesti di ieri e di oggi”.

Intanto la 19enne presunta vittima di stupro sta cercando di rimettere insieme la sua vita: “Non sto sempre bene – ha scritto – ma devo andare avanti”.

Palermo e Santa Rosalia

La comunità palermitana è particolarmente devota alla santa nata nel 1130 e che avrebbe sconfitto la peste nel maggio del 1624.

Anche alcuni nuovi palermitani, gli appartenenti alla comunità induista dei tamil, hanno eletto Rosalia come loro protettrice.

L’arcivescovo di Palermo e i roghi

Ciò nonostante Monte Pellegrino, sede del santuario della santa, negli ultimi anni è stato dato alle fiamme più volte.

L’arcivescovo ha aggiunto che nell’aria si sente ancora  “l’olezzo dei roghi che hanno travolto l’ambiente naturale compreso e conteso tra monti e mare, che cinge come grembo ridente la città di Rosalia, la nostra città”.

“Ora ci appare come grembo sfiorito, arido, sterile, tenebroso, così come si mostra ai nostri occhi anche Monte Pellegrino, la dimora che Rosalia si è scelta per vegliare dall’alto su di noi, per ricordarci di dare un primato a Dio e prenderci cura – come fa lei – della casa comune che abitiamo”.

L'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice condanna gli stupratori Fonte foto: ANSA/IPA
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