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Vittorio Feltri

Tutto quello che c'è da sapere su Vittorio Feltri, giornalista e politico italiano

di Marta Ruggiero

Classe 1943, Vittorio Feltri è il direttore di quotidiani come Il Giornale, L’Europeo e L’Indipendente. Nel 2015, alle Elezioni presidenziali che vedono Sergio Mattarella ricoprire la prima carica dello Stato, è il secondo candidato più votato nei primi tre scrutini e il terzo al quarto. Nel 2021 viene eletto consigliere comunale a Milano con Fratelli d’Italia, ma si dimette dopo sette mesi per questioni di salute.

Nasce a Bergamo e, dopo la laurea in Scienze Politiche, nel 1971 si iscrive all’Ordine dei Giornalisti che lascia nel 2020. Si sposa con Maria Luisa e nascono Saba Laura e Laura Adele. Rimasto vedovo a causa di alcune complicazioni durante il parto, si sposa nel 1968 con Enoe Bonfanti. Dalla loro unione nascono Mattia (che segue le orme del padre) e Fiorenza.

Vittorio Feltri giornalista, gli inizi

Inizia come collaboratore de L’Eco di Bergamo nel 1962, intanto viene assunto alla Provincia. Lascia tutto per dedicarsi alla sua passione, il giornalismo. Si trasferisce a Milano e collabora con La Notte come praticante. Nel 1971 diventa professionista e, tre anni dopo, viene chiamato al Corriere dell’Informazione. Nel 1977, invece, viene assunto al Corriere della Sera.

Nel 1983 diventa direttore di Bergamo-Oggi, ma l’anno dopo lo richiamano al Corriere come inviato speciale. È fra coloro che difendono Enzo Tortora, il presentatore televisivo accusato ingiustamente di spaccio e associazione camorristica.

Direttore di numerose testate giornalistiche

Nel 1989 dirige L’Europeo e riesce ad aumentare la tiratura. Nel 1992, invece, diventa direttore de L’Indipendente, salvandolo da una crisi in termini di vendite. Dopo alcune dichiarazioni in cui smentisce di non voler danneggiare Montanelli per entrare a Il Giornale, nel 1994 gli viene offerta la direzione del quotidiano che lo stesso collega ha deciso di lasciare. Ne rimane al timone per quattro anni. Intanto collabora con Panorama, Il Foglio e testate nazionali come Il Gazzettino e Il Messaggero.

In questo periodo riceve 35 querele da Antonio Di Pietro. L’amministrazione riesce a trovare un accordo per la remissione delle querele e Feltri pubblica una lettera diplomatica in prima pagina in cui smonta le accuse del magistrato. Un mese dopo lascia la direzione de Il Giornale. Nel 1998 è editorialista per Il Messaggero e Panorama.

Nel 1999 Vittorio Feltri diventa direttore editoriale del Quotidiano Nazionale. L’anno dopo fonda Libero Quotidiano, un giornale di orientamento liberale e conservatore, vicino alle idee politiche di centro-destra. Ne rimane direttore ed editore sino al 2009.

Sempre nel 2000 l’Ordine dei Giornalisti lo radia per la pubblicazione di “fotografie impressionanti e raccapriccianti di bambini ricavate da un sito pornografico reso disponibile dai pedofili russi”, tali da “poter turbare il comune sentimento della morale e l'ordine familiare”. Tre anni dopo L’Ordine Nazionale annulla il provvedimento, convertendolo in censura.

Nel 2009 Vittorio Feltri torna alla direzione de Il Giornale. Un anno dopo viene sospeso dal Consiglio dell’Ordine per il Caso Boffo. Dino Boffo è il direttore dell’Avvenire, di cui Feltri rivela un patteggiamento per molestie sessuali (atto giudiziario che risulta al casellario), motivato da un’informativa che descrive il giornalista come omosessuale (che successivamente però risulta essere falsa).

Il provvedimento disciplinare riguarda anche alcuni articoli a firma di Renato Farina pubblicati dopo la radiazione dall’Albo. La sospensione, qualche mese dopo, viene ridotta da sei a tre mesi.

Nel 2010 Feltri torna a Libero Quotidiano, con il ruolo di direttore editoriale, al fianco di Maurizio Belpietro, direttore responsabile. Nel 2011 ritorna a Il Giornale come editorialista.

È del 2012 la sua rubrica dal titolo “Il Bamba”, dove premia il personaggio che – durante la settimana – si dimostra particolarmente ingenuo, fa brutte figure o manifesta di essere un incapace. Nel 2016 torna al quotidiano che lui stesso fonda anni prima. Da qualche anno collabora anche con Tuttosport e cura la rubrica “I ritratti di Feltri”.

Nel 2020 dà le dimissioni dall’Ordine, per protesta ai vari provvedimenti subiti nel corso degli anni. In merito dichiara: “Da anni l’Ordine mi rompe, soprattutto per i titoli di Libero Quotidiano, nonostante ci sia un direttore responsabile, non ne posso più. Me ne vado da un ente inutile, che esercita azioni nei miei confronti con un chiaro fumus persecutionis. Mi hanno spesso censurato, mi hanno sospeso, ora ho addirittura tre procedimenti, ma se ne occupa il mio avvocato, e gli farò anche causa per danni morali”.

Vittorio Feltri: politico, opinionista in tv e non solo

Vittorio Feltri si definisce liberal-conservatore, euroscettico, liberista e libertario. Dice anche di essere indipendente, di sostenere “il meno peggio”. È però lontano dalla sinistra comunista. Nel 2011 appoggia l’iniziativa di Marco Pannella a favore dell’amnistia e il miglioramento delle carceri italiane.

È favorevole all’eutanasia, alle droghe leggere, al matrimonio e alle adozioni da parte di coppie gay. È anche tesserato all’Arcigay. Sull’argomento pensa: "Noi siamo per la libertà, senza discriminazioni, convinti che sia necessario superare i pregiudizi che generano equivoci, banalità, insulti noiosi e stupidi".

Sostenitore della monarchia costituzionale, vorrebbe il ritorno al Regno D’Italia governato dai Savoia, tuttavia non vede negativamente una riforma della Repubblica in un’ottica presidenziale. Da sempre si mostra contrario alle idee politiche del Movimento 5 Stelle, che ha definito meridionalista, assistenzialista e incapace di stare al Governo.

Negli ultimi anni critica Silvio Berlusconi, che secondo lui dovrebbe ritirarsi dalla vita pubblica, e Forza Italia. È più vicino a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e la Lega di Matteo Salvini.

Il 5 luglio 2021 è Giorgia Meloni, in qualità di leader di Fratelli d’Italia, ad annunciare la candidatura di Vittorio Feltri al Consiglio comunale di Milano come capolista. Un incarico che ottiene, ma che è costretto a lasciare per motivi legati alla sua salute.

Una parentesi breve, non come quella da opinionista in diverse trasmissioni televisive di approfondimento politico. È invitato anche in qualità di esperto sportivo (e tifoso dell’Atalanta).

Con Furio Colombo scrive il libro dal titolo “Fascismo e antifascismo”, lo pubblica nel 1994. Nel 2010 partecipa alla Giornata per la Coscienza degli Animali dimostrandosi animalista, favorevole al vegetarianismo (anche se lui non è completamente vegetariano) e contrario alla pesca sportiva.

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