Vittorio Feltri e la frase sui ciclisti, chieste le dimissioni: il giornalista risponde e torna all'attacco
Diverse associazioni hanno chiesto le dimissioni di Vittorio Feltri da consigliere regionale dopo la frase sui ciclisti: la sua reazione
Dalle polemiche alla bufera. La frase di Vittorio Feltri sui ciclisti che gli piacciono “solo se investiti” ha suscitato l’indignazione di molti, in particolare tra le associazioni dei familiari delle vittime della strada e gli appassionati di ciclismo. Sono state annunciate querele e richieste di dimissioni dal Consiglio regionale lombardo, alle quali il giornalista risponde ribadendo quanto detto.
- Chieste le dimissioni di Vittorio Feltri dopo la frase sui ciclisti
- Vittorio Feltri torna all'attacco
- Feltri: "Non si può più dire nulla"
Chieste le dimissioni di Vittorio Feltri dopo la frase sui ciclisti
“I ciclisti? Mi piacciono solo quando vengono investiti“. Questa la frase, pronunciata da Vittorio Feltri durante l’evento “La grande Milano. Dimensione smart city” nella mattinata di mercoledì 25 settembre, che ha scatenato la bufera.
Diverse associazioni dei familiari delle vittime della strada impegnate nel promuovere la sicurezza stradale hanno annunciato querele e azioni legali.
Come la Fondazione Michele Scarponi, ciclista professionista marchigiano che proprio mercoledì avrebbe compiuto gli anni, investito e ucciso nell’aprile 2017.
O l’associazione Gabriele Borgogni, 19enne morto nel 2004 in un incidente stradale, e Zerosbatti, un’associazione che offre assistenza legale per gli incidenti in bici.
Mentre l’associazione “Sai che puoi” ha lanciato una campagna di mail bombing per chiedere le dimissioni di Feltri da consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Lombardia.
Vittorio Feltri torna all’attacco
Richieste di dimissioni rimandate al mittente da Vittorio Feltri, che sul Giornale, rispondendo a una lettera che gli esprime solidarietà, dice che non corregge quanto detto e lo ribadisce.
“A Milano le piste ciclabili rappresentano trappole mortali”, scrive l’81enne giornalista.
“Sono disegnate sull’asfalto senza criterio – sostiene – e la loro mancanza di logicità non fa altro che acuire il convincimento, in chi adopera la bicicletta per muoversi o anche il monopattino, di non dovere osservare alcuna basilare norma stradale”.
Feltri: “Non si può più dire nulla”
Secondo Vittorio Feltri i ciclisti non si toccano perché “sono ritenuti soggetti virtuosi, gente di sinistra” e “c’è il convincimento che essi salveranno il pianeta dal riscaldamento globale”.
“Lungi dall’augurare il decesso ai ciclisti, la mia – spiega Feltri – è stata una battuta forse troppo macabra, per questo fuori luogo, forte, ma ormai non si può più dire nulla, tutto suscita riprovazione”.