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Willy Monteiro Duarte

Tutto quello che c'è da sapere su Willy Monteiro Duarte, il giovane ucciso a Colleferro dai fratelli Marco e Gabriele Bianchi, lottatori di mma

di Mirko Ledda

Willy Monteiro Duarte nasce a Roma il 20 gennaio 1999. Di origine capoverdiana, vive l’infanzia a Como e poi a Paliano, alle porte della Capitale. Frequenta l’Istituto alberghiero di Fiuggi per poi iniziare a lavorare come aiuto cuoco in una struttura. Il suo nome diventa famoso in tutta Italia perché il 6 settembre 2020 viene barbaramente ucciso a Colleferro nel corso di una rissa a cui prende parte per difendere un amico in difficoltà. I responsabili dell’omicidio sono identificati in alcuni giovani di Artena, tutti conosciuti alle autorità per dei precedenti legati a pestaggi e spaccio di sostanze stupefacenti.

La ricostruzione della sera in cui ha perso la vita Willy Monteiro Duarte

Dalle carte emerge che nella zona della movida di Colleferro si incontrano diverse comitive provenienti dalle province di Roma e di Frosinone e che tra alcune di queste non corre buon sangue. Davanti al Due di Picche, intorno alla mezzanotte, ci sono i fratelli Marco Bianchi e Gabriele Bianchi, che incontrano Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. A un altro tavolo ci sono Willy Monteiro Duarte, Federico Zurma, Alessandro Rosati e altri loro amici e amiche. Una di loro viene importunata, secondo quando poi si legge negli atti, da Mario Pincarelli.

Intorno all’1, Federico Zurma e Alessandro Rosati intervengono in difesa delle ragazze, affrontando Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Volano insulti e minacce e addirittura un pugno allo stesso Zurma. In quel momento tornano davanti al locale i fratelli Bianchi, che nel mentre si erano appartati nel cimitero del paese insieme ad alcune ragazze, e intervengono in quella che diventa una rissa. Si mette in mezzo anche Willy Monteiro Duarte, per tentare di difendere gli amici.

Chi ha ucciso Willy Monteiro Duarte: cosa è emerso dalle indagini

I fratelli Bianchi, con precedenti alle spalle e noti nella zona per i loro comportamenti criminali, sono due lottatori di mma, cioè arti marziali miste. Sanno bene come comportarsi in un pestaggio e come evitare di fare del male a qualcuno. Tuttavia Gabriele sferrerebbe un calcio al torace di Willy con la pianta del piede, atterrandolo. Marco infierirebbe sul giovane a terra con calci e pugni. Secondo alcuni testimoni anche Pincarelli e Belleggia picchierebbero il giovane.

Attorno alle 3 e mezza arrivano gli uomini dei Carabinieri dalla caserma locale, che si affaccia proprio sulla piazza dove è avvenuto il pestaggio. Willy Monteiro Duarte giace a terra con danni irreversibili agli organi interni, come una crepa al cuore. Inizia una veloce indagine che porta al fermo, all’arresto e al processo dei Bianchi e dei loro amici, condannati in primo grado a vario titolo per l’omicidio del giovane.

La linea difensiva dei fratelli Bianchi, di Pincarelli e di Belleggia

Tre degli imputati finiscono in carcere, mentre Francesco Belleggia finisce ai domiciliari. I Bianchi sono condannati con l’ergastolo, Mario Pincarelli a 21 anni e Francesco Belleggia a 23 anni.

La linea difensiva del processo punta all’assoluzione in appello o almeno alla derubricazione del reato di omicidio volontario. Per i legali degli aggressori di Willy, infatti, i calci e i pugni non sarebbero stati inferti con l’intenzione di uccidere. Si sarebbe trattato solo di una “lite tra ragazzi finita male”. E le testimonianze dei presenti sarebbero “contraddittorie e poco attendibili”.

Secondo Vanina Zaru, che difende Mario Bianchi, i giudici avrebbero estrapolato da ogni consulenza, ogni dichiarazione e ogni contributo probatorio i frammenti che confermavano l’impianto accusatorio. Un’indagine sull’assunzione di alcol da parte di tutti i presenti avrebbe “delineato uno scenario più attendibile”.

I difensori di Gabriele Bianchi, Ippolita Naso e Valerio Spigarelli, sottolineano invece che il processo di primo grado ha avuto una “eco mediatica” tale che la spinta di una “formidabile pressione della pubblica opinione” avrebbe viziato la sentenza. E “l’imparzialità dei giudici è venuta meno”.

Questo nonostante i parenti e gli amici di Willy non abbiano mai fatto apparizioni nei salotti televisivi. A catturare l’attenzione dei media è infatti la figura dei fratelli Bianchi, la brutalità con cui avrebbero commesso e orchestrato il pestaggio e alcune dichiarazioni rese da loro stessi in carcere.

I giornali riportano anche le dichiarazioni di un loro familiare che avrebbe insultato il giovane di origine capoverdiana. La stessa madre dei Bianchi avrebbe affermato che “lo hanno messo in prima pagina, manco fosse morta la Regina Elisabetta”.

La medaglia d’oro al valore civile alla memoria a Willy Monteiro Duarte

La brutalità del pestaggio ha avuto una forte eco sull’opinione pubblica, tanto che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di conferire il 6 ottobre 2020, a un mese dalla sua morte, la medaglia d’oro al valore civile alla memoria a Willy Monteiro Duarte.

Le motivazioni, come si legge sul sito del Quirinale, sono le seguenti. “Con eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo”, Willy “interveniva in difesa di un amico in difficoltà, cercando di favorire la soluzione pacifica di un'accesa discussione”.

“Mentre si prodigava in questa sua meritoria azione di alto valore civico, veniva colpito da alcuni soggetti sopraggiunti che cominciavano a infierire ripetutamente nei suoi confronti con inaudita violenza e continuavano a percuoterlo anche quando cadeva a terra privo di sensi, fino a fargli perdere tragicamente la vita”, continua la spiegazione.

Willy è un “luminoso esempio, anche per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico, spinti fino all'estremo sacrificio”, e pertanto meritevole dell’onorificenza alla memoria del giovane.

Il testamento di Willy: una legge che porta il suo nome e la beneficenza

In seguito alla morte di Willy Monteiro Duarte, il governo Conte II ha emanato una norma per innalzare le pene previste per il reato di rissa, con l’introduzione di un provvedimento amministrativo che riguarda il divieto di accesso a determinati locali ed edifici pubblici per i protagonisti di atti di disordine o violenza. Sulla stampa viene definito daspo Willy.

A un mese dalla scomparsa del giovane, i suoi amici hanno pubblicato un videoclip dal titolo “Il sorriso di Willy – Canzone per Willy Monteiro Duarte”, diretto da Riccardo De Angelis e con la musica di Mauro Passo, per sostenere una raccolta fondi istituita in memoria di Willy.

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