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Omicidio Willy, il suocero accusa Gabriele Bianchi: "È un bullo, noi vittime sue e del fratello"

Salvatore Ladaga, padre della compagna di Gabriele Bianchi, punta il dito contro il ragazzo condannato all'ergastolo per la morte di Willy

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Gabriele e Marco Bianchi, i fratelli che hanno ucciso Willy Monteiro Duarte nel settembre 2020, sono stati condannati all’ergastolo nelle scorse settimane, ma il loro nome continua a balzare agli onori della cronaca. A chiamarli nuovamente in causa è stato Salvatore Ladaga, padre di Silvia e suocero di Gabriele Bianchi, che nel corso di un’intervista al Corriere della Sera ha puntato il dito contro il compagno della figlia.

Gabriele Bianchi, le accuse del “suocero”

Salvatore Ladaga è un fiume in piena e a chi gli chiede del compagno della figlia non usa mezzi termini: “Lui è un bullo, un cretino, un prepotente“. Raccontando l’inizio della storia d’amore tra Gabriele e la figlia Silvia, Ladaga non ha nascosto di essere stato sempre contrario: “Mia figlia Silvia, bella, cocciuta, indipendente, però certo non abituata a vivere sulle barche come l’avete descritta voi…Insomma lei. Viene da me e mi dice: “Papà se devo fare un figlio è con lui che lo faccio” Lui era Gabriele Bianchi“.

“Magari anche lei ha il complesso della crocerossina, vai a sapere. Le dico: “Ma cosa c’entra lui con noi, con te? E badate bene, non è questione di ceto, ci mancherebbe. Ma di modi” ha raccontato.

Omicidio Willy, il suocero accusa Gabriele Bianchi: "È un bullo, noi vittime sue e del fratello"Fonte foto: ANSA

L’omicidio e la chiamata da Rebibbia

Nel corso dell’intervista, Ladaga ha anche raccontato la sera dell’omicidio di Willy, con la chiamata arrivata da parte di Gabriele Bianchi dal carcere: “Gabriele era lì. E non doveva. Era andato al cimitero (con delle amiche, ndr). E non va. Tutte cose che gli ho detto quando abbiamo parlato giorno fa dopo la sentenza”.

“Squilla il telefono a casa di mia figlia che, per inciso, abita con la mia ex moglie. Appartamento comodo, agiato, in cui mio nipote viene viziato un giorno dopo l’altro…Squilla il telefono ed era lui da Rebibbia. E allora gliele ho cantate: “Caro mio qui si parla del fatto che se righi dritto forse domani potrai accompagnare tuo figlio all’università. A giorni alterni. Forse- ha proseguito-. Questo è il futuro che ci aspetta”.

“Noi vittime collaterali”

Con la sentenza di condanna all’ergastolo ora Silvia resta da sola, con un figlio piccolo appena avuto dallo stesso Gabriele Bianchi e il papà Salvatore che si prende cura di loro. Ladaga, nel corso dell’intervista al quotidiano, ha spiegato di sentirsi “nonno, ma non suocero“, come a sottolineare che di Bianchi non ne vuole sapere nulla. È stato lui a scegliere il nome del nipotino, Aureliano, che più di tutti sentirà il peso del cognome del padre: “Siamo tutte vittime collaterali dei fratelli Bianchi. Però questo qui di più. Lui che c’entra? Non era nato”.

Raccontando gli incontri in carcere tra la figlia e Gabriele, ha poi svelato: “Gli ultimi giorni sono stati devastanti. Mia figlia che torna stravolta dai colloqui in carcere”.

bianchi Fonte foto: ANSA
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