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Sull'omicidio di Yara Gambirasio la Cassazione contro la richiesta di Massimo Bossetti: sospetti dell'avvocato

La Cassazione conferma il no al riesame dei reperti del caso Gambirasio. Il legale di Massimo Bossetti sospetta che sono le prove dell'innocenza

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Il caso Yara Gambirasio non è ancora del tutto chiuso. I legali di Massimo Bossetti stanno tentando il riesame dei reperti che hanno portato alla condanna del muratore, ma senza successo. Negli anni si sono susseguite conferme e ostacoli alle analisi e alla visione delle provette di Dna che hanno evidenziato il famoso “Ignoto 1” e degli abiti della tredicenne uccisa. La Cassazione ha dichiarato inammissibile l’ultima istanza di analizzare i reperti del processo e per l’avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, ormai è chiaro che c’è qualcosa da nascondere, ovvero la prova dell’innocenza di Massimo Bossetti.

Cassazione: inammissibile rianalizzare i reperti

La Cassazione ha giudicato inammissibile l’istanza degli avvocati difensori di Massimo Bossetti che chiedevano di potere analizzare i reperti del caso Gambirasio. La decisione arriva dopo precedenti rimpalli di responsabilità e un primo ok all’analisi, velocemente sostituita dalla possibilità di visione dei reperti senza nuovi accertamenti.

Per l’avvocato che si occupa della difesa di Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo, quanto accaduto è incredibile. La decisione, ha detto, lo fa dubitare del fatto che la giustizia esista e che invece è il potere a vincere sempre.

Yara Gambirasio Massimo Bossetti CassazioneFonte foto: ANSA

Il commento dell’avvocato di Massimo Bossetti

Secondo l’avvocato Claudio Salvagni, dopo la decisione della Cassazione, quanto accaduto è di una gravità assoluta. “Hanno trasformato il bianco in nero come se fosse la cosa più naturale del mondo. Questa è una sentenza folle”, ha detto.

Per il legale la volontà della Cassazione è quella di nascondere la verità. “In quei reperti – spiega – c’è qualcosa che noi non possiamo accertare: c’è la risposta che Massimo è innocente”.

Le ultime tappe del processo per Yara Gambirasio

La sentenza della Cassazione nega la possibilità di un riesame dei reperti, ma permetterà solo la visione di quanto già effettuato: le analisi del Dna e gli indumenti della vittima. Sono state proprio le innovative analisi del Dna ad aver permesso l’arresto di Massimo Bossetti. Questo è stato individuato come parente dell’Ignoto 1, Dna ricostruito a partire da quello ritrovato sul corpo.

La Corte d’Assise di Bergamo aveva concesso l’analisi dei reperti nel 2019, a distanza di quasi 10 anni dalla scoperta del corpo. Dopo svariati cambi di parole, è arrivato l’ultimo no. La difesa non potrà far altro che prendere visione dei reperti, una mossa che difficilmente potrà riabilitare la figura di Bossetti, condannato in via definitiva per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio.

yara-gambirasio-massimo-bossetti-cassazione Fonte foto: ANSA
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