Dna di Gisella Cardia sulla statua della Madonna di Trevignano, ma il suo avvocato sorprende tutti
Il Dna sulla Madonna di Trevignano è di Gisella Cardia: lo dicono le analisi in laboratorio. L'avvocato della veggente però ha spiegato il motivo
C’è il Dna di Gisella Cardia sulla statua della Madonna di Trevignano. Le approfondite analisi fatte sul plasma ritrovato sull’effige raffigurante la madre di Cristo hanno appurato l’appartenenza alla veggente che, da anni, sostiene di trovarci tutti di fronte a un evento soprannaturale e che, per questa cosa, è accusata di truffa. Il suo avvocato però non ci sta e ha trovato una spiegazione.
- Gisella Cardia e il suo Dna sulla Madonna di Trevignano
- Le accuse alla veggente
- La difesa dell'avvocato
Gisella Cardia e il suo Dna sulla Madonna di Trevignano
Il sangue ritrovato sulla statua della Madonna di Trevignano è di Gisella Cardia. Lo confermano le analisi svolte nei laboratori di Tor Vergata: dapprima queste avevano chiarito si trattasse di sangue umano e femminile, poi hanno rivelato che fosse perfettamente sovrapponibile a quello della donna citata.
Un verdetto questo però atteso dal legale della santona, Solange Marchignoli, che invita a prenderlo con le pinze. Secondo l’avvocato infatti resta da capire se la traccia è singola o mista, insomma se appartiene solo alla sua assistita o ci sono anche tracce di Dna di altre persone.
Fonte foto: IPA
Le accuse alla veggente
È un punto di svolta della vicenda che coinvolge Gisella Cardia, all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla, la veggente che da anni sostiene di essere in diretta comunicazione con la Beata Vergine e che radunava sulla collina di Trevignano, vicino Roma, molti fedeli attratti dalle sue capacità e dalla Madonna che piangeva sangue.
Appurato ora che si tratti non di sangue di maiale o di pittura color rubino, come anche era stato ipotizzato, resta da capire se su quel plasma siano presenti altre tracce di Dna oltre a quello della proprietaria della statua. Un elemento dirimente nella questione e nell’inchiesta che è stata aperta contro la donna, accusata di truffa.
Cardia ha sempre sostenuto la veridicità della lacrimazione e che si trattasse di un vero e proprio miracolo, nonostante questa ipotesi sia stata smentita dalla Chiesa.
La difesa dell’avvocato
Dopo le recenti novità, ad Adnkronos, ha parlato Solange Marchignoli, la legale di Gisella Cardia che è corsa in difesa della sua assistita e ha rilasciato sorprendenti dichiarazioni. Secondo l’avvocato è anzitutto ovvio che parte del Dna trovato sulla Madonna sia di Gisella perché “la signora è la proprietaria di quella Madonnina e, come tale, basta solo il contatto per rilevare il Dna. Ce lo aspettavamo perché lei ha utilizzato la statuetta, l’ha baciata e maneggiata”, ha detto.
Marchignoli sostiene che la consulenza non sia arrivata ancora nelle mani di nessuno e che chi l’ha diffusa lo ha fatto “prima che venissero formalmente avvisate la difesa e i consulenti di parte”. E anzi rilancia in quanto secondo lei lanciare una notizia del genere è “pericoloso perché potrebbe essere solo una notizia verosimile che però lascia il tempo che trova”.
Come detto, il punto focale della questione è capire se la traccia sia singola o meno, se insomma il sangue ritrovato sulla statua possa essere misto. “Se fosse singola, il sangue sarebbe di Gisella. Se la traccia invece risultasse mista, bisognerebbe vedere se i tecnici sono in grado di discernere se le tracce del Dna provengono dal sangue, da contatto o dalla saliva. Una traccia mista in cui ci sono vari Dna, anche fossero solo due tra cui quello di Gisella, significherebbe solo ciò che già sappiamo: che sulla statua c’è il suo Dna. Il che vorrebbe dire tutto e niente. Non sappiamo chi possa essere l’altro, potrebbe essere di ‘ignoto uno’ come della Madonna. Nessuno sa quale sia il Dna di Maria, al di là delle questioni di fede. Chi conosce il Dna della Madonna? Io non ho risposte”. Infine l’avvocato, parlando della sua assistita, ha ribadito che “sta benissimo” e che continua a pregare in un luogo ignoto mossa da una fede “profonda”, non avendo nulla da guadagnare da questa vicenda. “Conosco lei e il suo modo di vita umile, se non fosse mossa dalla fede sarebbe una pazza a fare tutto questo e matta non è”, ha chiosato.
