Strage di Erba, la Cassazione nega la revisione del processo a Olindo Romano e Rosa Bazzi
La Corte di Cassazione ha negato la ripetizione del processo sulla strage di Erba a Olindo Romano e Rosa Bazzi
La Corte di Cassazione ha negato la revisione del processo che ha condannato Olindo Romano e Rosa Bazzi come i responsabili della strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre del 2006. I due rimarranno in carcere a scontare la condanna all’ergastolo, divenuta definitiva il 3 maggio 2011.
Nessuna revisione della Strage di Erba
Nella serata del 25 marzo 2025 la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal collegio difensivo di Olindo Romano e Rosa Bazzi per la revisione del processo sulla strage di Erba, per la quale i due coniugi sono stati condannati all’ergastolo.
Accolte quindi le tesi della procura generale della Corte di Cassazione, che riteneva che quelle che la difesa aveva definito come “nuove prove“, fossero congetture che non potevano portare a un nuovo processo.

Secondo la Corte: “Nella fase delle indagini preliminari, i carabinieri e il pm hanno raccolto prove materiali, documentali, dichiarative, scientifiche e logiche incontestabili e non certo le sole confessioni”.
Le tesi della difesa per la revisione
La richiesta di revisione del processo si basava su due critiche che gli avvocati di Olindo Romano e Rosa Bazzi avevano avanzato al modo in cui erano state raccolte quelle che erano considerate le prove più importanti per la condanna dei due coniugi.
La prima è la testimonianza dell’unico sopravvissuto alla strage, Mario Frigerio, che aveva accusato Olindo Romano di averlo aggredito. La seconda era la confessione di Romano e Bazzi, poi ritrattata.
Il collegio difensivo sosteneva che Frigerio, allora 73enne gravemente ferito nell’aggressione, non potesse essere un testimone attendibile e che la confessione fosse stata suggerita ai coniugi dagli investigatori.
La strage di Erba
L’11 dicembre del 2006, a Erba, Olindo Romano e Rosa Bazzi uccisero, a colpi di spranga e coltello, la loro vicina di casa Raffaella Castagna, suo figlio di 2 anni Youssef Marzouk e sua madre Paola Galli nel loro appartamento, per poi dare fuoco alla casa.
Uscendo dall’abitazione, sul pianerottolo, incrociarono Paola Galli e il marito Mario Frigerio e aggredirono entrambi. Galli morì, mentre Frigerio si salvò grazie a una malformazione congenita che gli deviava la carotide.
Lo stesso Frigerio, come detto, riconobbe Romano come il suo aggressore. I due coniugi confessarono la strage, per poi ritrattare. Tre gradi di giudizio li condannarono entrambi all’ergastolo.
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