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Strage Di Erba

Tutto quello che c'è da sapere sulla strage di Erba

di Mirko Ledda

L'11 dicembre 2006, a Erba, in provincia di Como, vengono uccisi Raffaelle Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Viene colpito alla gola anche il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, che tuttavia riesce a salvarsi e non muore dissanguato. La testimonianza dell'unico sopravvissuto è fondamentale per risalire ai responsabili della strage, identificati durante il processo in Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi. Nonostante i tanti ricorsi e le polemiche sulle indagini, la Corte suprema di Cassazione ha confermato la sentenza per i due coniugi, già condannati all'ergastolo. Sentenza confermata di fatto anche il 10 luglio 2024 dalla Corte d'Appello di Brescia, che ha respinto la richiesta di revisione del processo.

La ricostruzione della strage di Erba: quattro vittime brutalmente uccise

Attorno all'ora di cena, a Erba, in un appartamento sito al civico 25 di via Diaz, scoppia un incendio che attira dei vicini di casa. Aspettando l'arrivo dei Vigili del Fuoco, i due trascinano fuori dallo stabile in fiamme un uomo ferito, Mario Frigerio, e il corpo di una donna senza vita, quello di Raffaella Castagna. Il fumo è troppo denso per mettere in salvo anche una seconda donna che chiede aiuto dal piano di sopra. Quando i pompieri spengono il rogo, si scopre l'identità delle altre vittime.

Dalle autopsie emerge che sul corpo di Raffaella Castagna, 30 anni, impiegata in una comunità di assistenza per persone con disabilità, ci sono segni di una fatale aggressione eseguita con una spranga, 12 coltellate e una profonda ferita da arma da taglio alla gola. Anche su quello della madre Paola Galli, 60 anni, casalinga, ci sono segni di arma da taglio e sprangate mortali alla testa. Sulla salma del piccolo Youssef Marzouk, figlio della 30enne, è riscontrato invece un unico colpo fatale, con recisione della carotide e conseguente dissanguamento.

Nell'appartamento al piano superiore le autorità rinvengono anche il corpo senza vita di Valeria Cherubini, vicina di casa delle altre vittime e moglie di Mario Frigerio. La commessa, 45 anni, sarebbe intervenuta vedendo il fumo proveniente dal piano inferiore. È sua la voce che sentono i soccorritori al loro arrivo. Nonostante 34 coltellate e 8 sprangate, infatti, la donna sopravvive all'aggressione, per poi morire soffocata dal monossido di carbonio. Nella sua casa viene rivenuto anche il cadavere del cane di famiglia, morto a causa del fumo.

Le indagini su Azouz Marzouk e sui coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi

Il coroner e le indagini dei RIS evidenziano che il massacro sarebbe stato portato avanti da due aggressori, di cui uno mancino, armati di coltelli a lama corta e lunga e di una spranga. Le indagini si concentrano in un primo momento su un regolamento di conti con il tunisino Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef, con precedenti penali e uscito dal carcere grazie all'indulto del 2006. Al momento dei fatti l'uomo è in Tunisia, e si inizia a sospettare anche del fatto che possa essere lui il mandante della strage, con un alibi perfetto dovuto proprio al suo viaggio per incontrare dei parenti.

Un secondo filone delle indagini riguarda i due vicini di casa e coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, che in passato hanno avuto contenziosi con Raffaella Castagna. Diversamente dal resto della comunità, si mostrano disinteressati al terribile episodio di sangue avvenuto a pochi metri dalla loro casa e non chiedono rassicurazioni alle forze dell'ordine. Entrambi hanno segni compatibili con una colluttazione e durante gli interrogatori dei Carabinieri per ricostruire la vicenda presentano subito uno scontrino di un fast food, nel tentativo non richiesto di mostrarsi estranei alla strage.

Le prove contro Olindo e Rosa: una sola traccia di sangue e i precedenti

Marito e moglie vengono fermati l'8 gennaio 2007 e arrestati il 9 dopo un lungo interrogatorio. Contro di loro ci sono le intercettazioni ambientali, che confermano il sospettoso silenzio dei due sulla vicenda anche nei momenti di intimità, un passato burrascoso con parenti e affetti, compresa una presunta violenza sessuale subita dalla donna in giovane età, e dei precedenti con Raffaella Castagna, che sarebbe stata addirittura percossa dai due in passato e che a due giorni dalla sua uccisione avrebbe dovuto presenziare in tribunale per una causa civile contro di loro.

Una traccia di sangue di Valeria Cherubini sull'auto dei due, unico residuo ematico emerso dalle approfondite analisi sui possedimenti dei coniugi, è la conferma del loro coinvolgimento nella strage, e l'unico errore commesso dalla coppia, nonostante l'accurata pulizia messa in atto grazie soprattutto all'incendio appiccato dopo aver commesso il crimine. Non torna poi l'orario della cena al fast food, due ore dopo la strage e in ritardo rispetto alle abitudini dei due, abitudinari e solitari. Lo scontrino sarebbe stato solo un maldestro tentativo di procurarsi un alibi.

Olindo e Rosa rei confessi, poi ritrattano: la vicenda legale e l'ergastolo 

Olindo Romano è accusato di omicidio plurimo pluriaggravato, Rosa Bazzi, che è mancina, è accusata in concorso. Il 10 gennaio 2007, separatamente, i due confessano di essere gli esecutori della strage, descrivendone i dettagli, compresi il tipo di ferite sui corpi delle vittime, la loro posizione, le armi usate. Ciascuno dei due si addossa l'intera responsabilità. Anche l'unico sopravvissuto Mario Frigerio indica loro come gli aggressori.

Nell'ottobre dello stesso anno, quando il gup deve decidere se aprire il processo contro i coniugi, Olindo e Rosa ritirano le proprie confessioni. Vengono così rinviati a giudizio. Durante un lungo iter legale, la strategia difensiva dei due è quella di dichiararsi innocenti. Raccontano di essere stati traviati dagli inquirenti e costretti a confessare di essere gli esecutori della strage di Erba. La stampa è colpita dal sangue freddo dei coniugi durante le udienze, in particolare quella in cui sono proiettate le immagini dei corpi delle vittime. In quell'occasione i Romano ridono e si scambiano effusioni in aula.

Il 26 novembre 2008 la Corte d'assise pronuncia la sentenza di primo grado. Olindo Romano e Rosa Bazzi sono condannati all'ergastolo con l'isolamento diurno per tre anni, il massimo consentito dalla legge. La pena è confermata dalla Corte d'assise d'appello di Milano. Due diversi ricorsi alla Corte di Cassazione vengono bocciati negli anni successivi. I due si appellano senza successo anche alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Rosa Bazzi sta scontando la pena nel carcere di Bollate. Olindo Romano sta scontando la pena nel carcere di Opera. La coppia è autorizzata a incontrarsi una volta al mese.

"Olindo Romano e Rosa Bazzi sono innocenti": le altre ipotesi sul caso

Per dovere di cronaca è necessario riportare che  Azouz Marzouk, che inizialmente chiede l'ergastolo per i coniugi, negli anni inizia a difenderli e sospettare che non siano loro gli esecutori della strage in cui sono stati uccisi la moglie, il figlioletto e la suocera, oltre che la vicina di casa. Insieme ai difensori di Olindo e Rosa chiede il riesame del processo e dichiara di essere in possesso di nuove prove. La stampa inizia a parlare di una pista che vedrebbe coinvolti personaggi della 'ndrangheta nella strage. Il caso non viene mai riaperto per infondatezza dei ricorsi presentati. 

Richiesta di revisione del processo respinta: ergastolo confermato

Venerdì 1 marzo 2024 la difesa di Bazzi e Romano presenta nuovi elementi per chiedere la revisione del processo. L'udienza viene rinviata al 16 aprile su richiesta della difesa, che manifesta la necessità di avere tempo per rispondere adeguatamente al procuratore generale e all'avvocato di Stato. Mercoledì 10 luglio, la Corte d'Appello respinge la richiesta di revisione e conferma la condanna all'ergastolo per la coppia.

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