Morto Maurizio Boccacci fondatore del gruppo di estrema destra Militia, minacciò anche Riccardo Pacifici
È morto a 64 anni Maurizio Boccacci, storico rappresentante di estrema destra e fondatore del gruppo Militia, condannato per apologia del fascismo
È morto a Grottaferrata Maurizio Boccacci, figura di spicco dell’estrema destra romana e fondatore del gruppo Militia. Condannato per apologia del fascismo, fu protagonista di numerose vicende controverse.
Morto il fondatore di Militia
Maurizio Boccacci è morto all’età di 64 ann nella sua abitazione di Grottaferrata, ai Castelli Romani, dopo una lunga malattia. Figura storica dell’estrema destra romana, si era sempre definito “fascista” senza ambiguità.
La notizia della sua scomparsa ha subito fatto il giro degli ambienti della “destra non conforme”, che si stanno organizzando per salutarlo in occasione dei funerali, che si terranno in forma privata. Tra coloro che potrebbero partecipare anche esponenti del mondo ultras.

“È morto un camerata, ne nascono altri cento”, ha dichiarato Giuseppe “Pinuccio” Meloni, volto noto della galassia No Pass e tra i promotori della manifestazione del 9 ottobre 2021 culminata con l’assalto alla sede della Cgil. “Maurizio Boccacci presente”, ha aggiunto.
Chi è Maurizio Boccacci
Volto conosciuto dell’estremismo nero capitolino, Boccacci era stato attivo sin dagli anni ’70, militando inizialmente in Avanguardia Nazionale. Nel 1984 fondò il Movimento Politico Occidentale, poi sciolto per violazione della legge Mancino.
Negli anni Duemila divenne leader di Militia, gruppo di estrema destra noto per iniziative provocatorie e legate all’apologia del fascismo. La sua figura era un punto di riferimento per una parte della destra radicale romana, capace di mescolare ideologia, azione diretta e culto dell’estetica fascista.
Le vicende controverse
La notorietà pubblica di Boccacci crebbe tra il 2008 e il 2011, quando Militia affisse striscioni in varie zone di Roma, attaccando l’allora sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Comunità Ebraica Riccardo Pacifici.
Per questi episodi fu condannato nel 2012 a un anno di reclusione in primo grado per ricostituzione del disciolto partito fascista. Già nel 2011 era stato arrestato con accuse gravi: associazione per delinquere finalizzata alla diffusione dell’odio razziale, minacce e apologia del fascismo.
Nel 2013 fu tra i protagonisti degli scontri ad Albano Laziale contro la sepoltura del capitano delle SS Erich Priebke, al quale rese omaggio pubblicamente. L’anno seguente, in tribunale, minacciò nuovamente Riccardo Pacifici, insieme al militante Stefano Schiavulli. La sua storia è costellata di episodi che hanno segnato la cronaca.
