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Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi è un critico d’arte, politico e personaggio televisivo particolarmente noto per l’irascibilità e i diverbi con colleghi o giornalisti

di Stefania Bernardini

Vittorio Sgarbi è un critico d’arte, saggista, politico e personaggio televisivo. È stato più volte membro del Parlamento e, nel 2022, è sindaco di Sutri, in provincia di Viterbo, prosindaco di Urbino, assessore alla Bellezza del comune di Viterbo e sottosegretario di Stato alla cultura. Noto per l’irascibilità, spesso è protagonista di accesi diverbi e liti con altri politici, giornalisti e personaggi televisivi.

Già sottosegretario alla Cultura nel 2001, l’anno dopo l’incarico gli è stato revocato a causa delle tensioni con l’allora ministro Giuliano Urbani sul tema dell'alienabilità dei beni culturali.

Vittorio Sgarbi, il critico d’arte

Nato l’8 maggio del 1952 a Ferrara, il nome completo è Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi. Figlio di farmacisti, si è laureato con 110 e lode in Filosofia all’università di Bologna, dove ha poi conseguito il perfezionamento in Storia dell’arte.

Nel 1977 lavora come storico d'arte, presso la Soprintendenza ai beni storici e artistici in Veneto. Parallelamente all’attività politica, continua a occuparsi di arte e realizza videocassette in cui commenta alcune delle opere dei più importanti pittori.

Scrive anche numerosi saggi e libri specializzati, come “Davanti all’immagine”, vincitore del Premio Bancarella. Scrittore, opinionista sempre mosso da un piglio militante e polemico, ha collaborato con vari giornali ed è attualmente editorialista de Il Giornale, scrive su Panorama e Io Donna.

Vittorio Sgarbi in televisione

Vittorio Sgarbi deve la sua affermazione come personaggio televisivo a Maurizio Costanzo che, negli anni ’80, lo chiama come ospite ricorrente del suo programma “Maurizio Costanzo Show”. Da subito si fa notare per il piglio polemico e per le aggressioni verbali con altri ospiti.

In seguito a una lite in Tv, viene condannato a pagare una multa di 60 milioni di lire. Personaggio che riesce ad affascinare il vasto pubblico, dal 1992 al 1999 conduce “Sgarbi quotidiani” su Canale 5. In una puntata rimase in silenzio per 15 minuti, ovvero l’intera durata della trasmissione per protesta contro Silvio Berlusconi che avrebbe imposto il divieto di criticarlo sulle reti Fininvest durante la sua campagna elettorale del 1994.

Tra le tante cose, partecipa anche alla giuria del reality show “La pupa e il secchione” su Italia 1, ma viene espulso dal programma a due puntate dalla fine, per via di un'accesa lite con un'altra giurata: Alessandra Mussolini.

L’inizio dell’attività politica di Vittorio Sgarbi

Il critico d’arte è stato definito “il più grande trasformista d’Italia” a causa della sua propensione a cambiare schieramento politico. Si dichiara liberale e libertario e si è anche spesso espresso a favore della liberalizzazione delle droghe di ogni tipo. Nel 1975 s’iscrive alla Federazione Giovanile del Marito Monarchico, nel 1990 accetta di essere candidato al consiglio comunale di Pesaro per le liste del PCI, ma viene poi rifiutato per essersi proposto come candidato contemporaneamente nelle liste del Partito Socialista Italiano.

Nel 1992 viene eletto sindaco di San Severino Marche, sostenuto dalla Democrazia Cristiana e dal Movimento Sociale Italiano. Lo stesso anno è anche deputato per il Partito Liberale Italiano. Si avvicina al Partito Radicale di Marco Pannella, ma nel 1994 viene eletto deputato per Forza Italia.

Durante la legislatura, è protagonista di una rissa con Umberto Bossi. Il 21 marzo 1999 fonda il movimento I Liberal - Sgarbi, con l'obiettivo di partecipare alle elezioni europee.

Il ruolo di Sottosegretario alla cultura

Nel 2001 è nominato sottosegretario ai Beni Culturali, ma contesta il cosiddetto decreto taglia-deficit con cui il governo prevede la possibilità di cedere dei beni dello Stato alla Patrimonio Spa e Infrastrutture Spa, società con il compito di gestire il patrimonio artistico e la facoltà di venderne alcune parti a privati.

Sgarbi arriva a chiedere le dimissioni del ministro Giuliano Urbani. Alla fine, ad andare via da Palazzo Chigi è il critico d’arte. Riprova a diventare europarlamentare nel 2004 con la lista Partito Repubblicano Italiano - I Liberal Sgarbi, detta anche "Partito della bellezza”. Nel 2005 abbandona la Casa della Libertà e passa all’Unione.

Vittorio Sgarbi, da sindaco di Salemi a sottosegretario alla Cultura

Nel 2008 Sgarbi, sostenuto dall’Udc, dalla Dc e da una lista civica è eletto sindaco di Salemi. Da Primo Cittadino nomina nomina il cantante Morgan assessore all’ebbrezza, Oliviero Toscani e Peter Glidewell assessori al nulla e un poliziotto assessore all’antimafia. Tra le altre iniziative, proclama Salemi "prima capitale dell'Italia tibetana", per esprimere solidarietà nei confronti dei monaci tibetani e per condannare le ripetute violazioni dei diritti umani che essi hanno subìto da parte della Cina.

Su idea di Oliviero Toscani, assessore alla creatività del comune, viene avviato un progetto per salvaguardare il patrimonio artistico della città vendendo al prezzo simbolico di 1 euro le case di Salemi distrutte dal terremoto del Belice a chi voglia restaurarle e risiedervi. L'iniziativa mediatica riscuote l'interesse di varie personalità come i coniugi Moratti, il cantante Lucio Dalla, il ministro Renato Brunetta e l'esperto d'arte Philippe Daverio.

Nel 2011 è stato incaricato dal ministero per i Beni e le attività culturali quale curatore del Padiglione Italia e dei padiglioni regionali per la 54ª Biennale di Venezia. Dal 2018 ricopre la carica di sindaco del comune di Sutri (VT) e dal 2022 è anche assessore alla Bellezza del comune di Viterbo. Dopo le elezioni del 25 settembre 2022, è stato nominato, per la seconda volta, sottosegretario al ministero della Cultura del Governo Meloni.

Curiosità e vita privata di Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi non si è mai sposato, ma ha tre figli: Alba, Evalina e Carlo. Dal 1998 è legato a Sabrina Colle, di 19 anni più giovane, e la coppia ha più volte affermato di avere una relazione aperta. La sorella del critico d’arte, Elisabetta, ha fondato la casa editrice La Nave di Teseo con Umberto Eco e Mario Andreose.

Nella sua vita ha avuto diverse cause, molte delle quali per diffamazione o ingiuria nei confronti, tra gli altri, di Marco Travaglio, Roberto Reggi, Raffaele Tito, Ilda Bocassini e Gianfranco Amendola. Ha difeso con forza il ruolo del cattolicesimo, elemento fondante della cultura italiana, ma si definisce Ateo. Nel caso di Eluana Englaro, sulla questione eutanasia, si è schierato con la Chiesa cattolica dichiarando anche la sua opposizione al matrimonio gay e al matrimonio in generale. Nel 2012 è stato rimosso dalla carica di sindaco di Salemi con l’accusa era di non aver riconosciuto le interferenze mafiose nel suo gabinetto.

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