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Salvini smorza le tensioni con Tajani dopo l'attacco alla Lega, le parole del vicepremier: "Sorrido"

Salvini ha ribadito che i rapporti con Tajani e Meloni sono ottimi nonostante i malumori seguiti alla sua telefonata con il vicepresidente Usa Vance

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Matteo Salvini prova a riportare il sereno nei rapporti con Antonio Tajani dopo giorni di battute, repliche, tensioni e chiarimenti seguiti alla telefonata tra il leader della Lega e il vicepresidente Usa JD Vance. “Leggo i giornali, sorrido e faccio il mio lavoro”, ha detto il ministro dei Trasporti, nel tentativo di riportare armonia all’interno della maggioranza di governo: nei giorni scorsi, infatti, non sono mancati i botta e risposta tra Lega e Forza Italia.

Salvini e il rapporto con Tajani e Meloni

Matteo Salvini ha provato dunque a smorzare la polemica politica. Il vicepremier ha detto che Antonio Tajani parlando di partiti quaquaraquà non si riferiva alla Lega.

“Penso che parlasse di quella sinistra che fa sempre di tutto per fermare quello che è l’interesse nazionale italiano”, ha spiegato il ministro dei Trasporti.

Matteo SalviniFonte foto: ANSA

Il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini

Salvini non ha dubbi su come definire i rapporti con Tajani (“splendidi, splendidi”, ripetuto due volte) e cerca di mostrarsi sereno nonostante le parole volate negli ultimi giorni: “Leggo i giornali, sorrido e faccio il mio lavoro“, ha detto.

Il leader della Lega ha poi voluto ribadire che il clima all’interno dei partiti di maggioranza è sereno: “C’è un governo solido, compatto, con le idee chiare che fino al 2027 lavorerà con l’unico obiettivo di difendere l’interesse nazionale italiano. Il mio rapporto con Meloni e con Tajani è ottimo. Non buono, ottimo”, ha ribadito Salvini.

Le tensioni dopo la telefonata Salvini-Vance

Eppure gli ultimi giorni hanno lasciato qualche attrito tra i due vicepremier sui dossier internazionali. La telefonata tra Matteo Salvini e il vicepresidente Usa James David Vance ha agitato le acque all’interno del governo.

Si è parlato di malumori da parte della premier Meloni e del ministro degli Esteri Tajani per l’iniziativa personale del leghista, in un momento delicatissimo delle relazioni internazionali e con la presidente del Consiglio in attesa di un eventuale viaggio a Washington.

La corsia preferenziale di Salvini con Trump e Musk ha rischiato di essere letta come invasione di campo non concordata e non opportuna nell’attuale scenario globale tra guerre e dazi.

Lo scontro Lega-Forza Italia

A buttare benzina sul fuoco è stato anche vicesegretario leghista Claudio Durigon, che ha invitato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a “farsi aiutare” dalla Lega nel rapporto con gli Stati Uniti e con Trump.

Secca la replica del leader di Forza Italia: “La politica estera la fanno la premier e il ministro degli Esteri”. Tajani ha poi sottolineato di non aver alcun bisogno di aiuto, che le iniziative personali sono sempre lecite e ha definito i partiti populisti “dei quaquaraquà che strillano ma non comandano”.

Il “partito dei quaquaraquà”

Non è comunque stato ritenuto necessario un vertice di maggioranza per chiarirsi. Il portavoce di Forza Italia, il deputato Raffaele Nevi, ha detto che “i leader della coalizione di governo si vedono e si sentono continuamente e non ci sono problemi di fondo”.

E sulle parole di Tajani sul “partito di quaquaraquà” che hanno creato nuove tensioni col Carroccio, ha spiegato che non c’era alcun fuoco amico tra alleati: “Tajani ha detto che vuole fare un partito serio e non superficiale, ma non ha detto che la Lega è un partito di quaquaraquà. In Parlamento la settimana scorsa abbiamo votato uniti la risoluzione della maggioranza, quello conta”.

Matteo Salvini Fonte foto: ANSA
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