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Matteo Salvini

Tutto su Matteo Salvini, leader della Lega e senatore, volto sempre presente negli ultimi esecutivi e vicepremier bis dopo il Conte I

di Luca Bucceri

Firma della politica di destra degli ultimi 10 anni, segnati dall’ascesa della Lega Nord alla quale è seguito un flop nelle politiche del 2022, Matteo Salvini è uno degli uomini di spicco della recente generazione entrata in Parlamento. Erede di Roberto Maroni alla guida del Carroccio, il classe 1973 è stato capace di guidare il partito “della Padania” a traguardi mai raggiunti in tre decadi d’esistenza, fino al passo per Palazzo Chigi, perso per un soffio.

Segretario della Lega dal 2012, Salvini è riuscito a ritagliarsi però importanti ruoli all’interno dei governi più recenti, ricoprendo per ben due volte la carica di vicepremier e salendo al Viminale dal giugno 2018 al settembre 2019 del governo Conte I.

Chi è Matteo Salvini, dai centri sociali alla Lega

Milanese doc, figlio di un dirigente d’azienda e di una casalinga, Matteo Salvini ha mosso i primi passi nella città meneghina dove si è formato culturalmente e politicamente. Diplomato al liceo classico statale Manzoni di Milano (di recente palcoscenico di proteste feroci dopo l’elezione di Giorgia Meloni a premier) e a un passo dalla laurea in Scienze Politiche (facoltà lasciata a cinque esami dalla conclusione del percorso), per il classe 1973 sono state tante le esperienze che poi lo hanno portato a intraprendere la carriera politica.

Nel 1988, ancora 15enne, il volto di Salvini divenne “famoso” per la partecipazione a Doppio Slalom di Corrado Tedeschi su Canale 5, programma che gli consentì di vincere 900.000 lire. Negli anni successivi arrivarono poi i primi incarichi politici che, nel giro di poco, gli regalarono (e lo fanno tutt’ora) palcoscenici ben più di rilievo.

In età universitaria, infatti, il giovane Matteo frequentò alcuni centri sociali milanesi che lo spinsero a intraprendere la carriera politica che nel 1990 lo portò all’iscrizione a quel partito che, oltre trent’anni dopo, è ancora la sua casa: la Lega Nord.

Chi è Matteo Salvini: la Lega e il trampolino di lancio verso il Parlamento

Entrato giovanissimo tra le fila del carroccio, nel giugno 1993 Salvini venne eletto consigliere comunale a Milano appoggiando il candidato sindaco Formentini. Per lui non fu l’unica esperienza nella città meneghina che ben presto lo vide impegnato in tanti altri ruoli.

Responsabile dei giovani di Milano dal 1994 al 1997, segretario provinciale della Lega tra il 1998 e il 2004, negli anni di Palazzo Marino si rese anche protagonista di un controverso gesto nei confronti dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi al quale, durante una visita al Comune nel 1999, rifiutò di dare la mano sottolineando che non era il presidente che lo rappresentava al momento.

Dopo essere diventato giornalista professionista nel 2003, il primo grande passo fuori Milano è stata l’elezione a deputato europeo, nella lista Lega Nord circoscrizione Nord-Ovest, nel 2004 per poi abbandonare il ruolo nel 2006 dopo essere stato eletto consigliere comunale a Milano nello stesso anno. Diventato vicesegretario nazionale della Lega Lombarda nel 2006, è nel 2008 che gli si aprono le porte del Parlamento con l’elezione alla Camera nella circoscrizione Lombardia.

Ma quella di Salvini fu una toccata e fuga poiché, solo un anno dopo con oltre 70.000 preferenze sbancò alle elezioni europee dimettendosi da parlamentare per accettare l’incarico europeo.

In patria, però, le cose gli sono andate comunque bene con l’apertura di un decennio che si è dimostrato essere più che positivo per la Lega. Nel 2012, infatti, è stato eletto segretario della Lega battendo nettamente Cesarino Monti, rappresentante dell’ala Bossi. Qualche mese dopo, nel 2013, copiando nuovamente le mosse fatte in precedenza con l’elezione a deputato in Parlamento e con le dimissioni per mantenere l’incarico europeo, il successo su Bossi gli ha aperto le strade dei piani alti della Lega diventando segretario federale del Carroccio.

Gli anni da guida della Lega sono un vero successo, col partito che racimola punti su punti sui sondaggi fino ad arrivare nel 2018, a essere il più votato in Italia.

Vicepremier e ministro, il cammino politico di Matteo Salvini

L’incredibile successo registrato alle politiche del 2018, in coalizione con Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia ha portato Salvini a essere l’ago della bilancia per la formazione del nuovo Governo. Trattative e consultazioni hanno portato alla nascita del “governo giallo-verde”, quello nato con l’appoggio dato alla Lega dal Movimento 5 Stelle che hanno scelto Giuseppe Conte come premier.

All’insediamento dell’avvocato, Salvini è stato scelto come ministro dell’Interno e, insieme a Luigi Di Maio, come vicepremier. Il 7 giugno dello stesso anno, data l'assenza del premier Giuseppe Conte in partenza per il G7 del Canada, presiede il primo consiglio dei ministri del Governo Conte in qualità di vicepresidente del Consiglio più anziano.

Ma è proprio nel ruolo di ministro dell’Interno che arrivano le grane per Salvini, con la sua politica anti-immigrazione che lo ha portato, come vedremo successivamente, a essere accusato di sequestro di persona per diversi sbarchi non concessi durante il suo operato al Viminale.

Fautore del “Decreto sicurezza”, contenente una serie di misure rigorose volte ad abolire la protezione per motivi umanitari ai migranti, oltre a renderne più facile l'espatrio, la fine del suo ruolo nel governo Conte I arriva nell’estate 2019 quando, dopo numerose tensioni nella maggioranza, la Lega ha presentato la mozione di sfiducia nei confronti del Governo.

È l’estate del Papeete, quella che a fine agosto ha portato Conte alle dimissioni per poi far nascere il Conte II, ma con la Lega all’opposizione con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Per il Carroccio inizia il lento declino, con la risalita invece di FdI che anche col successivo governo Draghi ha saputo sfruttare la caduta del partito guidato da Salvini.

Nelle recenti elezioni politiche del 2022, vinte nettamente dalla coalizione di centrodestra e con Giorgia Meloni incaricata premier, a Salvini è andato il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti oltre il bis alla vicepresidenza del Consiglio in compagnia di Antonio Tajani, rappresentante di Forza Italia.

La politica sull’immigrazione e i guai giudiziari

Come detto, Salvini ha fatto della sua politica il manifesto dell’opposizione all’immigrazione clandestina, pensiero che lo ha guidato nel suo operato al Viminale tra il 2018 e il 2019. Pesantemente criticato anche dai partner europei, verso i quali ha sempre avuto una sorta di scetticismo in quanto critico nei confronti dell’Ue, nel biennio da ministro dell’Interno è stato accusato tre volte di sequestro di persona per il blocco degli sbarchi della nave Diciotti, Gregoretti e Open Arms.

La prima indagine che lo ha visto coinvolto è quella della nave Diciotti, con la procura di Palermo che nel settembre 2018 lo ha accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio per non aver concesso lo sbarco dei migranti. Nel novembre dello stesso anno è arrivata la richiesta di archiviazione che però a gennaio 2019 è stata respinta dal Tribunale dei Ministri . Il caso si è chiuso solo a marzo, col Senato che si è opposto all’autorizzazione a procedere in giudizio.

Qualche mese dopo è con la Gregoretti che arriva il bis, con Legambiente che ha presentato un esposto alla Procura di Siracusa. Questa volta il Senato ha dato il via libera a procedere secondo le forme ordinarie, ma nel maggio 2021 il GUP di Catania ha emesso la sentenza di non luogo a procedere.

L’ultima patata bollente della gestione immigrazione è quella di Open Arms, col Senato che volta nuovamente le spalle a Salvini nel 2020 dando l’autorizzazione a procedere con le indagini.

I guai giudiziari di Salvini, però, non si fermano all’immigrazione. Nella sua carriera, infatti, il leader della Lega ha collezionato una condanna per oltraggio a pubblico ufficiale (nel 1999 lanciò uova al premier D’Alema) e per razzismo (2009 per cori razzisti contro i napoletani). Tra le denunce anche quelle relative al vilipendio delle istituzioni costituzionali e alla magistratura.

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