Morto il regista Francesco Citto Maselli, aveva 92 anni: "Gli indifferenti" e "I delfini" tra i suoi film
Morto a 92 anni il regista Francesco Citto Maselli, da sempre diviso a metà tra le due sue più grandi passioni: il cinema e la politica
Lutto nel mondo del cinema. Francesco ‘Citto’ Maselli è morto martedì 21 marzo 2023 a 92 anni. Tra i suoi film più celebri si ricordano ‘Gli indifferenti’, tratto dal romanzo di Alberto Moravia, e ‘I delfini’ con Tomas Milian e Claudia Cardinale. La notizia della scomparsa è stata confermata da Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito di Rifondazione comunista – Sinistra europea.
- Chi era Citto Maselli, la passione per la politica
- L'ingresso nel mondo del cinema
- L'affermazione sul grande schermo con "I delfini" e "Gli indifferenti"
- Tra il cinema e la politica
Chi era Citto Maselli, la passione per la politica
Citto Maselli era nato a Roma il 9 dicembre 1930.
A 14 anni, durante la guerra e l’occupazione nazista, sosteneva i movimenti di liberazione tra gli studenti.
Ornella Muti e Citto Maselli, in uno scatto del febbraio 2015
Figlio di un critico d’arte e con una sorella pittrice, incontra ospiti illustri che lo spingono a partecipare alle lotte del Partito comunista.
Dopo la guerra lascia il liceo classico e si iscrive al Pci.
L’ingresso nel mondo del cinema
Con Michelangelo Antonioni conosce il set, lavorando come aiuto regista nel documentario ‘L’amorosa menzogna‘ del 1948.
Nel 1949 prende il diploma del Centro sperimentale di cinematografia, fondato da Luigi Chiarini che poi lo assumerà come assistente alla regia.
Continua a collaborare con Antonioni: lavora alla sceneggiatura del film d’esordio di Antonioni stesso, ‘Cronaca di un amore‘ (1950) e poi a ‘La signora senza camelie‘ (1953).
Intanto lui stesso è autore di documentari: ‘Bagnaia paese italiano’ (1949), ‘Bambini’ (1951, che porta anche a Cannes e per il quale ottiene la collaborazione di Giorgio Bassani).
Nel 1953, la svolta: dirige l’episodio ‘Storia di Caterina’ per il film ‘Amori in città’ ideato da Cesare Zavattini e collabora con Luchino Visconti al film collettivo ‘Siamo donne’, nell’episodio con Anna Magnani.
Sempre Visconti gli presenta Goliarda Sapienza (che sarà la sua compagna per anni) e garantisce per lui aiutandolo a strappare il primo contratto per un lungometraggio nel 1955: è ‘Gli sbandati‘, diretto ad appena 23 anni nel 1955 e subito invitato alla Mostra di Venezia.
Si rompe nel frattempo il rapporto tra Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni, così Maselli si stacca da quest’ultimo: prima si sfidavano in gare di velocità notturne ed erano al centro di infuocate discussioni estetiche, ma finiranno per non parlarsi per anni. Viene accolto invece dai ‘viscontiani’, che lo accolgono a braccia aperte.
Oltre al cinema, per Maselli si aprono anche le porte della lirica: dirige al Teatro La Fenice uno storico ‘Trovatore’ di Giuseppe Verdi.
L’affermazione sul grande schermo con “I delfini” e “Gli indifferenti”
Nel 1959 torna sul set con ‘La donna del giorno’, seguito da ‘I delfini‘ del 1960 (forse una delle sue opere migliori) e dal un capolavoro ‘Gli indifferenti’ del 1964, dal romanzo di Alberto Moravia.
Arriva il ’68 e il regista è in prima fila nelle contestazioni della Mostra di Venezia, anima la storica Associazione dei cineasti (l’Anac, di cui è tra i fondatori) e si getta a capofitto nella militanza politica, mette la sua firma sul rivoluzionario statuto della ‘nuova’ Biennale, fotografa l’immobilismo snob degli intellettuali con il provocatorio ‘Lettera aperta a un giornale della sera’ nel 1970.
Tra il cinema e la politica
Per tutti gli anni Settanta si dedicherà maggiormente alla politica, ma nel 1975 gira uno dei suoi film migliori e più complessi: ‘Il sospetto di Francesco Maselli‘ con Gian Maria Volonté militante comunista nell’Italia fascista, braccato dalla polizia segreta dell’Ovra.
Torna nel 1986 con l’intimo e inatteso ‘Storia d’amore’ in cui debutta Valeria Golino, che si aggiudica la Coppa Volpi come miglior attrice alla Mostra del cinema.
Per lui è una nuova svolta, si appassiona alla radiografia dei sentimenti e del femminile con titoli come ‘Codice privato’, ‘Il segreto’, ‘L’alba’. Nell’ultimo periodo torna a un cinema più ideologico e sociale tra il televisivo ‘I compagni’ (1999), il documentario ‘Civico Zero’ (2007) e il profetico ‘Ombre rosse‘ (2009).