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Elezioni in Groenlandia vinte dal centrodestra: il risultato è clamoroso, cosa può cambiare per l'indipendenza

Groenlandia al voto, alle elezioni vittoria dei nazionalisti e degli indipendentisti: cosa succede ora, brutte notizie per la Danimarca (e Trump)

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Rivoluzione in Groenlandia. A vincere è stato il partito di centrodestra dei Democratici, capace di battere le formazioni di sinistra della coalizione del Governo uscente. Il voto ha avuto gli occhi del mondo addosso: il tema sul futuro della Groenlandia è diventato molto dibattuto da quando Donald Trump ha dichiarato, a volte anche con toni minacciosi, di voler mettere le mani sull’isola artica. L’isola fa parte della Danimarca, ma dal 1979 grande autonomia: i Democratici sostengono che l’indipendenza totale debba essere raggiunta in maniera graduale.

Elezioni e voto in Groenlandia, i risultati e chi ha vinto

A trionfare alle elezioni è stato il partito Demokraatit, di centrodestra, fino a ieri all’opposizione, con circa il 30%: il leader Jens-Frederik Nielsen ha sottolineato che non vuole “l’indipendenza domani, bisogna costruire delle buone fondamenta”, anche perché la Danimarca, ogni anno, versa alla Groenlandia 580 milioni di euro, che corrispondono a circa metà delle entrate di bilancio.

Bene anche i nazionalisti di Naleraq con circa il 24%: si tratta di un partito, anche questo precedentemente all’opposizione, che vorrebbe un’indipendenza immediata dalla Danimarca.

Sconfitta per i partiti del governo uscente: gli ambientalisti di sinistra di Inuit Ataqatigiit hanno raccolto il 21% dei voti (-15 % rispetto al 2021) e i socialdemocratici di Siumut il 15% (-14%).

I risultati non sono ancora completi, manca ancora il dato della capitale che, secondo gli analisti e i media locali, potrebbe cambiare qualche percentuale, ma non ribaltare quanto emerso fino ad ora dalle urne.

Voto di protesta, brutte notizie per la Danimarca

La fotografia nitida è che dalla provincia più estrema dell’isola artica è stato espresso un voto di evidente protesta contro la Danimarca che tutt’oggi ha il controllo della politica estera della Groenlandia.

I partiti vincitori dovranno ora fare delle alleanze per guidare l’isola.

Già in passato, come ricorda il Post, ci sono state coalizioni che hanno coinvolto praticamente tutti i partiti: non esistono quindi preclusioni a collaborare fra le diverse formazioni.

L’ombra di Trump sull’indipendenza dell’isola artica

Le elezioni del 2025 sono state segnate dal ‘fantasma’ del presidente Usa Donald Trump che in diverse occasioni ha detto di voler mettere la Groenlandia sotto l’ombrello degli Stati Uniti “in un modo o nell’altro”, promettendo ai cittadini di farli “ricchi”.

“Il nostro Paese è nell’occhio del ciclone – aveva dichiarato il primo ministro uscente, Mute Egede, 38 anni e leader del partito di sinistra verde Inuit Ataqatigiit (IA) -. La comunità internazionale guarda a noi con attenzione”.

La mire di Washington sono state al centro della campagna elettorale, così come l’indipendenza dalla Danimarca.

Trump elezioni Groenlandia DanimarcaFonte foto: ANSA
Donald Trump

Nonostante le mire di Trump, AP sottolinea come gli abitanti della Groenlandia non vogliano diventare americani: il loro mantra è che l’isola sia aperta agli affari, ma non alla vendita.

I sondaggi d’opinione mostrano chiaramente che la maggior parte dei cittadini è a favore dell’indipendenza. Con buona pace della Danimarca, ma anche di Trump.

groenlandia-elezioni-voto Fonte foto: ANSA
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