Confronto in tv con Salvini? La risposta secca di Di Maio
Luigi Di Maio ha respinto la possibilità di un confronto in tv con l'ex alleato di governo Matteo Salvini, e ha parlato della legge di bilancio
Luigi Di Maio, ospite di Massimo Giletti a “Non è l’Arena”, ha respinto la possibilità di un confronto in tv con l’ex alleato di governo Matteo Salvini. Il ministro degli Esteri ha dichiarato: “In generale so di altri confronti in altri studi. Quello che ci dovevamo dire ce lo siamo detti in 14 mesi di governo”. Poi ha aggiunto: “Per quanto mi riguarda, quando una persona dà la parola e la tradisce, finisce lì”.
La domanda è scattata anche in vista del confronto televisivo tra Matteo Salvini e Matteo Renzi che avrà luogo il 15 ottobre a Porta a Porta. Ma Di Maio ha poi virato su altri argomenti, concentrandosi in particolare sulla manovra economica.
Per il capo politico dei 5 Stelle l’aumento dell’Iva è un’ipotesi da evitare assolutamente: “Non può aumentare, né nell’aliquota minima, né nell’intermedia, né in quelle più alte”. Poi ha aggiunto: “Inseriremo il salario minimo per eliminare gli stipendi da 2-3 euro l’ora, che sono illegali”.
Sulla questione del taglio dei parlamentari, Di Maio ha affermato: “Lunedì 7 ottobre il Parlamento italiano taglierà per sempre 350 poltrone da parlamentari, 350 privilegi e stipendi in meno, che i cittadini non dovranno votare mai più”. Per il ministro è il primo passo per una nuova legge elettorale: “Prima tagliamo le poltrone, poi rimoduliamo tutto il resto”.
Durante l’intervista, Giletti ne ha approfittato per chiedere a Di Maio se si fidi del Pd: “Il tema è la prova dei fatti. Se il 7 tagliamo i parlamentari, sarà la prima prova di fiducia, se non aumenta l’Iva sarà la seconda prova di fiducia”.
Non rappresenterebbe una priorità la legge sullo ius culturae, a fronte dell’urgenza del taglio di parlamentari, della riforma della giustizia entro il 31 dicembre, e la legge di bilancio.
Di Maio si è soffermato a parlare anche della Libia: “C’è una guerra civile in atto, che è una conseguenza dello scellerato bombardamento del 2011, che non si doveva fare”. E ha invitato Paesi come Tunisia, Algeria, Egitto, Turchia a contribuire alla pacificazione.
Sulla questione migranti, infine, il ministro degli Esteri ha precisato: “Entro la fine della settimana emetterò dei provvedimenti per accelerare i rimpatri”.