Ius culturae e ius soli: cosa significano e che differenza c'è?
Lo Ius Culturae, ovvero diritto dell'istruzione, è una delle opzioni al vaglio alla Camera
È da poco stata riproposta la legge sullo Ius Culturae all’interno della riforma della giustizia voluta dal ministro Bonafede. La proposta di legge verrà discussa insieme alle altre giovedì 3 ottobre agli affari costituzionali della Camera. Non sono mancate le critiche dell’opposizione. In particolare, Giorgia Meloni e Matteo Salvini si sono opposti con forza. Ma la questione del diritto di cittadinanza in Italia è molto complicato, a partire dalle sue definizioni.
Ius Sanguinis: il diritto oggi in vigore in Italia
Lo Ius culturae e lo Ius Soli sono due criteri che potrebbero venire applicati alla richiesta di cittadinanza delle persone straniere in Italia. Le due norme entrerebbero però in contrasto con lo Ius Sanguinis (ovvero: diritto del sangue) al momento in vigore in Italia. Secondo il diritto del sangue, può richiedere la cittadinanza italiana solo un bambino nato con almeno uno dei genitori italiani. Quindi oggi, in Italia, un bambino nato da due genitori stranieri può richiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni, con la condizione che abbia vissuto in Italia “legalmente e ininterrottamente”.
Ius Culturae: cosa significa e cosa cambia per il bambino
Una delle possibili alternative allo Ius Sanguinis, e ora al vaglio alla Camera, è lo Ius Culturae, ovvero il “diritto legato all’istruzione“. In questo caso la legge dovrebbe passare attraverso il sistema scolastico italiano. La legge darebbe accesso alla cittadinanza anche ai minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e che abbiano superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie).
Ius soli “temperato”: cos’è e cosa cambia dallo Ius Soli
A differenza dallo Ius Culturae, lo Ius Soli “temperato” prevede invece la cittadinanza nel caso in cui un bambino nato in Italia abbia almeno uno dei due genitori stranieri che abiti nel nostro paese da almeno 5 anni. È un sistema diverso da quello del cosiddetto “Ius Soli puro“, presente negli USA, il quale invece prevede che il bambino figlio di stranieri ottenga la cittadinanza automaticamente se nasce nello stato.