,,

Salvini contro Don Ciotti dopo le parole sul Ponte sullo Stretto e la mafia: "Perché non lascia l'Italia?"

Il ministro delle Infrastrutture replica alle preoccupazioni di Don Ciotti, secondo il quale il Ponte “più che unire due coste, unirà due cosche”

Pubblicato:

Mentre la Sicilia è martoriata dagli incendi delle ultime ore, che hanno esacerbato le già numerose criticità di un territorio che da tempo richiede migliori servizi e tutele, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è tornato a parlare del Ponte sullo Stretto. Scagliandosi anche contro Don Ciotti, per il quale il progetto per collegare Sicilia e Calabria potrebbe creare nuovi canali di comunicazioni tra le cosche dei due territori.

Le parole di Don Ciotti

In un’intervista rilasciata pochi giorni fa al Corriere di Calabria, l’attivista Don Luigi Ciotti, fondatore prima del Gruppo Abele e, successivamente, dell’associazione Libera, attiva nella lotta alla criminalità organizzata, ha parlato della situazione politica e del progetto del Ponte sullo Stretto.

Dopo aver definito la politica “smemorata”, rea di lanciare “segnali inquietanti”, ovvero dichiarazioni, fatti e prese di posizione che portano al “depotenziamento di quei pilastri che sono stati creati nell’arco degli anni per avere maggiore forza al contrasto ai giochi criminali”, il presbitero ha attaccato il progetto del Ponte.

Salvini contro Don Ciotti dopo le parole sul Ponte sullo Stretto e la mafia: Fonte foto: ANSA
Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, posa con il plastico del progetto del Ponte sulla Stretto tra Sicilia e Calabria

Nella previsione di Don Ciotti “il Ponte sullo Stretto non unirà solo due coste, ma certamente due cosche”. Un’affermazione che, pensando alla complessità e ai costi dei lavori, che potrebbero già aver mosso gli appetiti delle organizzazioni criminali locali, sembra quasi un’ovvietà. E che invece ha fatto storcere il naso a Matteo Salvini, intervenuto per difendere il progetto del Ponte.

Matteo Salvini contro Don Ciotti

“Mi ha fatto specie leggere sui giornali le parole di un signore in tonaca che ha detto che il Ponte più che unire due coste unirà due cosche, queste parole sono di una volgarità, ignoranza e superficialità senza confini”. È l’esordio del ministro delle Infrastrutture, che non entra nel merito delle possibili infiltrazioni mafiose, preferendo invece difendere l’immagine del progetto e del Paese.

Per Matteo Salvini non solo non esiste il rischio che le cosche possano intervenire nei vari processi della costruzione, ma addirittura il nuovo collegamento tra la Calabria e la Sicilia è visto come uno strumento per la lotta alla criminalità organizzata.

“Non solo è una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di italiani – ha continuato segretario della Lega – ma con le decine di migliaia di posti di lavoro sarà la più grande operazione antimafia dal dopoguerra ad oggi perché la mafia la combatti con il lavoro e lo sviluppo e non con convegni e chiacchiere”.

Un Ponte per infrastrutture fatiscenti

Numerose le critiche piovute trasversalmente su Matteo Salvini, sia per le parole usate contro Don Ciotti nel “tentativo di minimizzare il fenomeno delle mafie e delle infiltrazioni criminali nelle grandi opere”, definite “inaccettabili”, sia perché sono giunte in un momento a dir poco inopportuno, mentre la Sicilia è stretta nella morsa degli incendi, che rendono ancora più evidenti le criticità del territorio.

Il ministro delle Infrastrutture ha invece snocciolato cifre e dati, affermando che il costo massimo del Ponte sarà “è di 13 miliardi e conto che si stia ampiamente al di sotto”, per quella che lui stesso definisce “un’opera visionaria e avanguardista che deve essere valorizzata anche commercialmente e turisticamente oltre che a livello infrastrutturale”.

Una struttura costosa e di difficile realizzazione, che unirà due tra i territori che più soffrono della carenza e dei malfunzionamenti delle infrastrutture più basilari e necessarie. Ma per Matteo Salvini, ciò che è necessario è difendere l’immagine del Bel Paese: “Fino a che c’è qualcuno all’estero che dipinge l’Italia come mafia pizza e mandolino, fa schifo ma è all’estero. Se c’è qualche italiano che continua a dipingere l’Italia come mafia, pizza e mandolino, se espatria fa un favore a tutti”.

salvini-ciotti-3 Fonte foto: ANSA
,,,,,,,,