Putin vuole riattivare la centrale nucleare di Zaporizhzhia: come cambia il rischio di incidente atomico
Il presidente russo Vladimir Putin vuole riaccendere la centrale di Zaporizhzha: i rischi di incedente
Verso l’accensione. Il presidente russo Putin ha informato la Aiea che riattiverà almeno un reattore della centrale elettrica nucleare di Zaporizhzhia entro la fine del 2024. Ecco cosa cambia per il rischio di un incidente atomico.
- Putin vuole riaccendere la centrale di Zaporizhzhia
- La situazione a Zaporizhzhia
- Il pericolo di incidente aumenta o diminuisce?
Putin vuole riaccendere la centrale di Zaporizhzhia
Il presidente russo Vladimir Putin avrebbe informato l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che le autorità di occupazione della regione di Zaporizhzhia, in Ucraina, avrebbero intenzione di riaccendere la centrale nucleare più grande d’Europa.
Lo riporta il Wall Street Journal, secondo cui la Aiea avrebbe ricevuto un rapporto che prevedrebbe la riattivazione di almeno un reattore dei 6 che compongono l’impianto entro la fine del 2024.
Vista della centrale elettrica di Zaporizhzhia
La centrale è recentemente stata oggetto di un incidente in cui un drone abbattuto è caduto sulla struttura di contenimento del reattore 5, causando piccoli danni senza però che ci sia stato nella zona un aumento di radiazioni.
La situazione a Zaporizhzhia
Al momento la centrale di Zaporizhzhia è per lo più spenta. 5 dei 6 reattori che la compongono sono in uno stato detto “cold shutdown“. Non sono completamente spenti, ma le reazioni che avvengono al loro interno non sono sufficienti a far bollire l’acqua.
Il quarto reattore rimane invece in stato di “hot shutdown“, non completamente acceso ma ad una temperatura sufficiente per riscaldare l’acqua fino a farla evaporare. Questo serve a garantire il riscaldamento alla struttura e alla vicina cittadina di Enerhodar nei mesi invernali.
Questi stati richiedono un sistema di raffreddamento senza il quale il vapore si accumulerebbe causando un’esplosione. Normalmente sarebbe la stessa energia prodotta dalla centrale a farlo funzionare, ma non producendo più energia elettrica, questo sistema dipende al momento da due linee collegate alla rete ucraina.
I continui attacchi della Russia alle infrastrutture elettriche ucraine hanno già causato due blackout parziali della centrale, durante i quali il sistema di raffreddamento ha funzionato solo grazie a generatori di emergenza.
Il pericolo di incidente aumenta o diminuisce?
Da un certo punto di vista, la scelta di riattivare un reattore della centrale garantirebbe maggiore sicurezza. Renderebbe infatti l’impianto indipendente dalla rete ucraina per il raffreddamento, assicurando alla Russia la libertà di attaccare le infrastrutture energetiche ucraine senza rischiare un disastro nucleare.
Da un altro però, una centrale funzionante potrebbe risultare più difficile da gestire in caso di un incidente di natura militare che colpisse la zona, ragione per cui i reattori sono stati messi in shutdown immediatamente dopo l’invasione russa.
Le strutture di contenimento dei reattori nucleari sono costruite per sostenere anche un impatto diretto con un missile, ma ripetute esplosioni potrebbero comunque comprometterne l’integrità.