Disabile picchiata in famiglia a Partinico, arrestati genitori e fratello: l'avrebbero anche presa a bastonate
Una donna di 39 anni di Partinico, disabile, sarebbe stata schiavizzata e maltrattata per anni dai familiari. Il suo calvario è stato scoperto grazie alle microspie
Urla, insulti, mortificazioni e botte anche con l’utilizzo di bastoni. Nella casa di famiglia a Partinico, vicino Palermo, era questo il calvario quotidiano di una donna di 39 anni affetta da disabilità. Padre, madre e fratello sono stati individuati come suoi presunti aguzzini. I tre ora si trovano in custodia cautelare in carcere, mentre la donna è stata trasferita in una casa protetta.
- Disabile maltrattata a Partinico
- L'avvio dell'indagine sui maltrattamenti
- Donna schiavizzata e minacciata di morte
Disabile maltrattata a Partinico
I carabinieri della compagnia di Partinico hanno arrestato il padre di 60 anni, la madre di 64 anni e il fratello 31enne. Dovranno difendersi dall’accusa di maltrattamenti aggravati in concorso.
L’ordinanza di misure cautelari è stata emessa dal gip di Palermo, in accoglimento della richiesta della Procura.
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Partinico è un comune di oltre 30.000 abitanti alle porte di Palermo
L’avvio dell’indagine sui maltrattamenti
L’indagine è partita lo scorso settembre, dopo che il medico di famiglia si era insospettito nell’osservare una strana ustione sul corpo della 39enne. Da qui era scattata la segnalazione agli assistenti sociali.
Visitando la casa, e rimanendo insospettiti dall’atteggiamento dei familiari, gli assistenti sociali si erano così rivolti ai carabinieri che, su delega della Procura di Palermo, hanno riempito la casa di microspie.
Tra le mura domestiche, quotidianamente, la 39enne sarebbe stata costretta ad occuparsi delle faccende casalinghe in un “gravissimo clima di sopraffazione”, come scrive il gip.
Donna schiavizzata e minacciata di morte
La donna, che era stata costretta a lasciare la scuola terminata la terza media, era stata di fatto schiavizzata.
Genitori e fratello l’avrebbero anche minacciata di morte. La vicenda sarebbe andata avanti per anni.
“Iu l’ammàzzu, bastarda e inutile, amunì ca sentu friddu, ti rumpu i corna, cosa inutile, prostituta e lurida”, le urlava la madre la notte di Natale, svegliandola per ordinarle di prenderle una coperta. “Sbrigati, sinnò ti spaccu u ciriveddu”, aggiungeva.
“Tali condotte – scrive il magistrato – si sono verificate con impressionante quotidianità”, come dimostrano peraltro le intercettazioni.
La donna sarebbe stata psicologicamente annichilita e “resa incapace di reagire anche verbalmente alle offese, alle minacce e alle intimidazioni”.
“Non dirgli che ti ho picchiato – le intimava la madre temendo il castigo della legge – e non firmare niente se no ti ammazziamo a legnate”.
