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Bimbo ucciso a Città della Pieve: la madre accusò il padre di violenza

La donna aveva accusato il marito con quelle che ai giudici ungheresi erano apparse come dichiarazioni "strumentali e non credibili"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il padre del piccolo Alex, ucciso il 1° ottobre a coltellate a Po’ Bandino, frazione di Città della Pieve, in provincia di Perugia, arriverà in Italia il 12 ottobre per procedere con le pratiche per portare la salma del bimbo in Ungheria ed essere ascoltato dai pm. Servirà anche la sua testimonianza all’interno dell’inchiesta che vede come unica indagata, per omicidio volontario aggravato del suo stesso figlio, l’ex compagna Katalina Erzsebet Bradacs.

Le dichiarazioni di Norbert Juhasz serviranno per fare luce sul rapimento di Alex, di cui il padre aveva ottenuto l’affidamento esclusivo a Budapest, e di un piano che la 44enne, che oggi si professa innocente, avrebbe avuto in mente da tempo.

La donna utilizzava psicofarmaci già dal 2016. Massimiliano Scaringella, legale dell’ex compagno, ha spiegato al Messaggero perché aveva ancora la custodia del bambino.

Quello dei medicinale “è un aspetto complesso. Molte persone sono sottoposte a terapie che prevedono la somministrazione di psicofarmaci. L’usare psicofarmaci non vuol dire in automatico essere soggetti pericolosi, anche se può essere un campanello di allarme”.

“La madre, a mio avviso, era da considerare pericolosa piuttosto perché aveva mostrato di essere non in grado di gestire la propria rabbia e incline a scatti di ira anche violenti“, ha spiegato l’avvocato. “Sono convinto che le persone che non gestiscono le emozioni, specie quelle negative, siano evidentemente pericolose”.

“Queste comunque erano le conclusioni a cui era giunto il Tribunale a Budapest. Quindi il problema non è nella decisione del tribunale ungherese, ineccepibile, ma nel fatto che non è stato possibile attuare la decisione presa dai magistrati”, ha sottolineato.

La 44enne avrebbe tinto e tagliato i capelli per poi fuggire nel nostro Paese. “Le modalità di come sia potuta arrivare in Italia con il bambino sono al vaglio degli inquirenti di Italia e Ungheria. Abbiamo la massima fiducia nel lavoro che questi stanno svolgendo e sono convinto che, qualora ci fossero, verranno individuare eventuali responsabilità“.

Il giorno prima dell’omicidio aveva chiamato l’ex compagno per chiedergli dei soldi, ma “non mi risulta che in passato ci fossero altre richieste economiche, se non quelle che vengono normalmente fatte quando in tribunale si discute sull’affidamento di un figlio”.

La madre del piccolo Alex avrebbe raccontato a parenti e amici di essere stata vittima delle violenze di Norbert Juhasz e di voler portare lontano dall’uomo il loro figlioletto.

“Mi sento di smentire in modo fermo che il padre fosse un soggetto violento, anzi è vero il contrario”, ha dichiarato il suo legale. “Ha difeso la propria posizione e quella del figlio in modo esemplare, utilizzando la legalità e affidandosi ai propri avvocati. Il tribunale ungherese ha giudicato le accuse della madre strumentali e non credibili”.

bimbo ucciso città della pieve madre budapest Fonte foto: ANSA
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