Bimbo ucciso e portato al supermercato: spunta una foto incriminante
Inviata dalla madre del bimbo all'ex compagno, sarebbe stata la sua vendetta per aver perso la causa per l'affidamento del piccolo Alex
Alex Juhasz, il bimbo di due anni morto in circostanze ancora non del tutto chiare tra Città della Pieve e la frazione di Po’ Bandino, sarebbe stato ucciso dalla madre perché i giudici di Budapest ne avevano stabilito l’affidamento esclusivo al padre “con effetto immediato” il 20 settembre. Erzsebet Bradacs, 44 anni, lo aveva portato in Italia perché sapeva che il Tribunale avrebbe dato ragione all’ex compagno.
Sembra ormai certo che la vita di Alex sarebbe finita proprio per mano della donna all’interno della centra elettrica dismessa del piccolo centro in provincia di Perugia.
Due giorni prima dell’omicidio il padre aveva denunciato alla polizia ungherese il rapimento del figlio. Un’associazione per padri separati ha fatto sapere che la madre del bimbo avrebbe inviato all’ex una foto del cadavere di Alex, con il messaggio: “Ora non apparterrà a nessuno di noi”.
Sarebbe dunque la sconfitta nella causa per l’affidamento il movente del figlicidio pianificato con folle lucidità da Erzsebet Bradacs, che agli uomini dell’Arma, poco dopo il delitto, ha invece raccontato altre versioni, piene di contraddizioni.
La 44enne si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al pm, e ci sono ancora molti punti oscuri della vicenda, a partire dal momento esatto del delitto.
Venerdì 1° ottobre la donna era entrata dentro un supermercato con il cadavere del bimbo in braccio. Lo aveva posato sulla cassa, urlando e chiedendo aiuto ai presenti, forse in stato di shock o forse per depistare le indagini.
Al personale e ai clienti del negozio non sarebbe apparso subito chiaro che il bambino era stato ucciso, nonostante il pallore. La sua maglietta infatti non era insaguinata. Solo con i primi tentativi di soccorso sono diventate evidenti le numerose ferite da arma da taglio presenti sul petto e sull’addome.
Poco distante, nell’ex stabilimento Enel, i Carabinieri hanno trovato un’altra maglietta piena di sangue. A conferma del fatto che il luogo del delitto sarebbe l’edificio abbandonato, ci sarebbe anche un filmato delle videocamere di sorveglianza acquisito dagli investigatori, che mostrerebbe la donna avvicinarsi con Alex dentro il passeggino.
I dati raccolti attraverso l’autopsia saranno determinanti, insieme all’inquietante foto inviata al papà del piccolo e alle registrazioni di sicurezza, per capire quando Erzsebet Bradacs ha ucciso il figlio, abbandonando tra le macerie anche una borsa e un coltello, che con tutta probabilità dovrebbe essere l’arma del delitto. E non è escluso che non abbia agito da sola.