Meloni e le indagini sul caso Almasri, la premier accusa e provoca i giudici: "Governino loro"
Giorgia Meloni attacca la magistratura sul caso Almasri, lamentandosi anche dei danni alla sua immagine
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è tornata a parlare del caso Almasri, per il quale è indagata insieme ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano. La premier ha attaccato i giudici, accusandoli di voler governare al posto dell’esecutivo.
Meloni attacca i giudici: “Governino loro”
Giorgia Meloni ha parlato dell’indagine a suo carico sul caso Almasri all’evento La Ripartenza organizzato dal giornalista Nicola Porro, attaccando in maniera decisa i magistrati.
“Alcuni giudici, pochi, vogliono decidere le politiche industriali, ambientali, dell’immigrazione o come riformare la giustizia. Vogliono governare loro“, ha detto la presidente del Consiglio.
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Meloni si è anche lamentata di come questa indagine si rifletta sulla sua immagine all’estero: “Mi ritrovo sulla prima pagina del Financial Times, con la notizia che sono stata indagata. In Italia tutti capiscono quello che sta succedendo, ma all’estero è diverso“.
L’indagine su Meloni e il Governo
Il 28 gennaio, in un video pubblicato sui social, Giorgia Meloni ha rivelato che era stata depositata una denuncia a carico suo, del ministro della Giustizia Carlo Nordio, di quello degli Interni Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, presso il tribunale dei ministri.
Le accuse sono di favoreggiamento e peculato e riguardano la liberazione di Njeem Osama Almasri Habish, comandante libico responsabile di parte del sistema che incarcera in Libia i migranti provenienti dall’Africa sub sahariana per impedire loro di arrivare in Italia e in Europa.
Meloni ha sostenuto che questa sia avvenuta a causa di un cavillo e che il Governo lo abbia riportato in Libia con un volo di Stato perché lo riteneva pericoloso.
Il caso Almasri
Il 19 gennaio scorso Almasri si trovava a Torino, allo Juventus Stadium, per assistere a una partita, dopo diverse settimane passate in vari Paesi europei. Quel giorno però la Corte Penale Internazionale emette nei suoi confronti un mandato di arresto, accusandolo di crimini di guerra e contro l’umanità.
La polizia riceve la richiesta di arresto e la esegue. Due giorni dopo però, la corte d’appello lo libera, citando come ragione un problema di procedura: il ministro Nordio non è stato avvisato dell’arresto, come di solito dovrebbe avvenire in questi casi. La Cpi sostiene però di aver avvisato per tempo il ministero della Giustizia.
Nel momento in cui Almasri viene liberato, viene scortato in Libia con un volo di Stato.
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