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Giorgia Meloni non ha ricevuto l'avviso di garanzia: cosa non torna nel video della premier contro i giudici

No, Giorgia Meloni non ha ricevuto alcun avviso di garanzia. Il ruolo della procura e del tribunale dei ministri nell'indagine legata al caso Almasri

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No, Giorgia Meloni non ha ricevuto alcun avviso di garanzia. La comunicazione giunta alla presidente del Consiglio in merito al caso Almasri – in seguito alla denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti, presentata alla procura di Roma – è in realtà diversa: a indagare sul caso, nel corso delle prossime settimane, non sarà la procura capitolina, bensì il cosiddetto tribunale dei ministri.

Giorgia Meloni e le parole sull’avviso di garanzia

In un video postato sui suoi canali social ufficiali, la leader di Fratelli d’Italia ha spiegato di essere indagata per peculato e favoreggiamento, reati avrebbe commesso nell’ambito del caso Osama Njeem Almasri, il generale a capo della polizia giudiziaria libica accusata dalla Corte penale internazionale di crimini contro l’umanità.

Nel filmato, la presidente del Consiglio spiega che l’avviso di garanzia è partito dal “Procuratore della Repubblica Lo Voi” e che la stessa notifica è arrivata “anche ai ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano”.

Giorgia MeloniFonte foto: ANSA
Un frame del video

“Penso che valga oggi quello che valeva ieri – ha detto la leader di Fratelli d’Italia – non sono ricattabile e non mi faccio intimidire, è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione”.

Il ruolo del tribunale dei ministri

Le cose, in realtà, stanno diversamente. Secondo l’articolo 7 della legge costituzionale numero 1 del 1989, in caso di reati compiuti nell’esercizio delle loro funzioni, il presidente del Consiglio e i ministri non sono indagati dalle procure della Repubblica ma dal cosiddetto tribunale dei ministri.

Si tratta di un collegio di giudici, come spiega il Post, che esiste in ogni distretto di Corte d’Appello ed è composto da tre magistrati sorteggiati ogni due anni.

Nel momento in cui una procura riceve una denuncia nei confronti di un ministro, presidente del Consiglio compreso, la legge prescrive di inviare gli atti al tribunale dei ministri competente “omessa ogni indagine“, vale a dire prima di poter compiere qualsiasi tipo di valutazione. A questo punto, la procura deve comunicare al ministro interessato di aver inviato gli atti al tribunale dei ministri (come avvenuto per Meloni).

La differenza sostanziale è che questa comunicazione – detta“di iscrizione al registro delle notizie di reato” – non è un atto che fa parte dell’indagine, mentre un avviso di garanzia sì.

La replica di Luigi Li Gotti a Meloni

“Come cittadino mi sono sentito ingannato” ha dichiarato l’avvocato Luigi Li Gotti, responsabile della denuncia presentata in procura a Roma da cui è nato il procedimento. Il legale è stato contattato da La Stampa dopo il video diffuso da Meloni.

“L’inerzia e il silenzio del ministro (Nordio, ndr) era programmata. E lo dimostra il Falcon (il jet con cui Almasri è stato riportato in Libia, ndr) dei servizi già pronto prima che si decidesse la scarcerazione”.

Secondo il legale, all’accusa nei confronti della premier e degli esponenti del Governo potrebbe aggiungersi anche il reato di omissione di atti d’ufficio: “Di fronte a un mandato d’arresto della Cpi (Corte penale internazionale, ndr) non si può rimanere inerti. E in questo caso, oltre all’inerzia, è stato posto anche il silenzio“.

giorgia-meloni-avviso-di-garanzia Fonte foto: ANSA
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