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Spedizione punitiva con bersaglio il "pirata" veronese che ha ucciso Chris: 30 persone bendate sotto casa

Spedizione punitiva a casa di Begalli, il "pirata" che ha travolto e ucciso il 13enne Chris Obeng Abom

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Spedizione punitiva, bersaglio Davide Begalli, il “pirata” 39enne che lunedì 31 luglio, alla guida della sua Renault Espace, ha travolto e ucciso (senza prestargli soccorso) Chris Obeng Abom, calciatore di 13 anni di origini ghanesi.

“Un pomeriggio di vero terrore”

“Erano una trentina, tutti neri, la maggior parte con il volto travisato da bandane e t-shirt. Lanciavano sassi contro la porta d’ingresso, la prendevano a calci, pugni e bastonate. Urlavano “Vieni fuori che ti ammazziamo, dopo la morte di Chris non abbiamo più niente da perdere””. Così l’avvocato di Begalli che ha raccolto il racconto del suo assistito. La testimonianza è stata riferita dal Corriere della Sera.

L’artigiano 39enne veronese (residente nel comune di Negrar in Valpolicella) parla di un pomeriggio di “vero terrore”, raccontando che “è stata una scena allucinante”. Una autentica “spedizione punitiva, con insulti e minacce di morte”.

“Abbiamo paura che tornino con un’altra spedizione”

L’episodio si è verificato lunedì intorno alle 18.10, fuori dalla casa della sua compagna dove sta scontando i domiciliari.

“Improvvisamente siamo stati raggiunti da un manipolo di almeno trenta uomini, tutti neri e con il volto camuffato da magliette e bandane, che gridavano “vieni fuori, ti uccidiamo”. In quel momento il mio assistito si trovava nella casa della compagna insieme al figlio minorenne della donna, è stato un autentico raid punitivo, gridavano di volerlo uccidere”, ha spiegato sempre il legale dell’artigiano.

E ancora: “Begalli e il ragazzo hanno cercato in ogni modo di bloccare la porta dall’interno per impedire a quelle persone di buttarla giù. Il mio cliente adesso ha la spalla dolorante, alla fine quegli uomini se ne sono andati sentendo che Begalli stava chiamando i carabinieri“.

Raid punitivo contro il "pirata" di Chris.Fonte foto: ANSA

“Allontanandosi “però hanno promesso che sarebbero tornati presto a riprenderlo e che non finiva lì, ora sia il mio cliente che il minore che ha vissuto la terribile esperienza insieme a lui sono impauriti e terrorizzati, non sanno come proteggersi e temono che quelle persone tornino presto, magari di notte”.

“Ciò che è appena accaduto – ha concluso l’avvocato – è gravissimo, da giorni Begalli è destinatario di una pesantissima gogna mediatica, pertanto chiedo per lui e per i suoi familiari più sorveglianza e più tutela, ciò che è avvenuto non deve ripetersi più”.

La dinamica dell’incidente e la difesa di Begalli: “Non l’ho visto

Begalli, a proposito del mancato soccorso a Chris, si professa innocente: “Non l’ho visto, non so come sia potuto succedere, sono sceso dall’auto subito dopo l’impatto ma io quel ragazzino giuro di non averlo visto”.

Ora, su ordine della gip Carola Musio si trova ai domiciliari. Su di lui pendono le accuse di omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. Sull’episodio stanno indagando polizia locale e carabinieri.

Secondo la gip Begalli invece “non poteva non rendersi conto di aver investito una persona, ha dimostrato un totale spregio della vita umana“.

Secondo i medici dell’ospedale di Borgo Trento dove Chris è arrivato oltre due ore dopo l’incidente, quando già versava in condizioni disperate per un doppio arresto cardiaco, il ragazzino “si sarebbe potuto salvare se l’allarme fosse stato dato immediatamente”.

chris-pirata-della-strada Fonte foto: ANSA
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