Sgarbi sospeso per 15 giorni dall'Aula: l'annuncio di Fico

Insulti a due deputate e affondo sulla magistratura. Esternazioni che fecero sì che Vittorio Sgarbi fu allontanato dall’Aula della Camera di forza dai commessi di Montecitorio. L’episodio è avvenuto circa 2 mesi fa. Ora è giunta la decisione: sospensione per 15 giorni. A comunicare la sanzione è stato il presidente della Camera, Roberto Fico, che si è espresso su Facebook. “L’ufficio di presidenza – dichiara Fico – ha deciso all’unanimità di sanzionare con 15 giorni di sospensione Vittorio Sgarbi per gli episodi dello scorso 25 giugno in Aula e gli insulti rivolti in quella sede alla vicepresidente Mara Carfagna e alla deputata Giusi Bartolozzi”. “Le regole del vivere civile vanno rispettate in ogni luogo”, conclude il presidente Fico.

I fatti sono noti: il 25 giugno Sgarbi aveva insultato con urla Bartolozzi, che nel suo intervento relativo al decreto legge sulle carceri aveva chiesto una commissione d’inchiesta “sulla nuova Tangentopoli e Palamaropoli”. I concetti espressi da Bartolozzi avevano mandato il critico d’arte su tutte le furie. La sua rabbia non solo colpì Bartolozzi, ma anche Mara Carfagna, che quel giorno presiedeva la seduta della Camera al posto di Fico. E fu proprio la Carfagna a far allontanare di forza Sgarbi dall’Aula.

“La mia sospensione? Mi pare un’ottima iniziativa, che dà il senso di una natura liberale e democratica”, dice all’agenzia Dire Sgarbi dopo aver avuto la notizia della sanzione. E annuncia le sue prossime mosse: “Denuncio tutti, Carfagna, Bartolozzi e Fico. Non esistono registrazioni di quello che pensano io abbia detto. Ma io non penserei mai quello loro mi attribuiscono. Hanno mentito e lo diranno in tribunale”.

E ancora, come riporta l’Ansa: “Un provvedimento fascista: mi viene impedito di esercitare il mandato parlamentare – afferma Sgarbi -. Io non ho nulla di cui pentirmi o ravvedermi. E per questo denuncerò con un esposto alla magistratura la Carfagna, la Bartolozzi e il presidente Fico, sperando che non si facciano scudo dell’immunità”.

“Come in un tribunale del’Inquisizione sono stato condannato senza prove. Nelle registrazioni della seduta non c’è traccia delle parole di cui vengo accusato. Impedirmi di svolgere l’attività parlamentare è un abominio: una grave abuso di cui dovranno rispondere. Se pensano d’intimorirmi, sappiano che continuerò le mie battaglie in nome della libertà di pensiero”, conclude il critico.

Fonte foto: ANSA