Matteo Renzi, duro attacco al M5s dopo le dimissioni di Di Maio
L'ex premier ha parlato di una "discesa" dei grillini e ha commentato la mossa di Di Maio
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi, dopo le dimissioni di Luigi di Maio dal ruolo di capo politico del M5s, ha lanciato un duro attacco ai Cinque stelle. In un’intervista al Messaggero, come riporta Ansa, l’ex premier ha parlato anche del futuro del governo.
“Penso che i grillini abbiano iniziato una inesorabile discesa“, ha sottolineato Renzi. “Erano la novità, adesso sono il passato: del resto è facile fare il populista quando sei all’opposizione, ma se vai al governo tutto cambia”.
Sull’esperienza di Virginia Raggi a Roma, Renzi ha aggiunto: “Dimostra che i 5Stelle sanno fare opposizione ma non sanno governare”.
“Detto questo provo rispetto umano per Di Maio“, ha poi precisato. “Quando sei al top tutti ti adulano, quando perdi tutti ti massacrano. Di Maio conoscerà l’amaro sapore che ha l’ipocrisia degli ex amici: nulla di nuovo sotto il sole, è capitato anche ad altri. E ancora capiterà”.
Il leader di Italia Viva spera che ora Di Maio “si concentri sul far bene il ministro degli Esteri. L’Italia deve evitare di perdere posizioni importanti, a cominciare dalla Libia”. Questo governo, secondo Renzi, “ha ottenuto alcuni risultati” dall’aver evitato l’aumento dell’Iva “all’aver messo soldi su famiglie, salute e lavoratori dipendenti”, ma si augura che “da lunedì Conte cambi passo. Perché serve un’Italia che torni a crescere. E che riprenda il suo ruolo in Europa e nel Mediterraneo”
In merito al dibattito sulla prescrizione, Renzi ha ribadito che Italia Viva non rivoterà il ddl di Forza Italia: “Sono le misure del governo Conte-Salvini, non di questo. L’abolizione della prescrizione l’hanno votata i leghisti ed è assurdo: un processo senza fine è la fine della giustizia”.
Per quanto riguarda le elezioni in Emilia Romagna, l’ex premier ha dichiarato: “Io spero che vinca Bonaccini” ma “comunque vada il giorno dopo non si deve aprire la crisi di governo. Apriamo i cantieri, altro che le crisi“.