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Kata scomparsa a Firenze da 9 mesi manda in crisi la Procura: si torna al primo giorno delle indagini

Sono passati nove mesi da quando la piccola Kata è scomparsa dall'ex hotel Astor di Firenze: il Procuratore Spiezia vuole ripartire dal principio

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Nove mesi dopo la scomparsa di Kata a Firenze il procuratore capo Filippo Spiezia riparte dall’inizio con le indagini, che fino a ora hanno prodotto ben pochi risultati. Le ipotesi sorte in questi mesi sono varie: si va dallo scambio di persona al presunto regolamento di conti legato a una partita di droga. Le indagini, nonostante gli sforzi, non hanno ancora portato a esiti significativi. Gli unici risultati confermati, al momento, riguardano il caso archiviato su tre occupanti dell’Astor e quello che investe lo zio materno di Kata, coinvolto in un processo per racket delle camere.

Kata scomparsa a Firenze, si riparte dal principio

Quando Kata scomparve dall’ex hotel Astor di Firenze il procuratore capo Filippo Spiezia non era ancora in carica. A nove mesi da quel giorno il procuratore riprende in mano la situazione, collaborando con i carabinieri per eseguire ulteriori accertamenti e interrogare testimoni.

Tra questi, particolare interesse merita il ruolo dell’amica della madre, Isabel, che potrebbe fornire informazioni cruciali. La donna è diventata una figura chiave nelle indagini che finora però non hanno evidenziato una pista più calda delle altre.

kata scomparsa firenze genitoriFonte foto: ANSA

I genitori di Kata, Kathrina Alvarez e Miguel Angel Ramon Chicclo Romero

Il ruolo di Isabel e il possibile scambio

La donna è stata una delle prime persone a essere interrogate dagli inquirenti poiché sembrava essere davvero l’ultima persona ad aver visto Kata. I due zii, Abel e Marlon, avevano in custodia la piccola in assenza della madre Katherine, ma l’avevano persa di vista.

Kata stava giocando con la figlia di Isabel, simile a lei per età e aspetto. Tra le varie ipotesi discusse dai magistrati, c’era anche quella dello scambio fra le bambine, che implicherebbe una vendetta nei confronti di un soggetto specifico.

La pista del regolamento di conti

Il padre di Kata, Miguel Angel Romero Chicclo, è attualmente in carcere, detenuto dal 10 giugno scorso per furto e utilizzo indebito di carte di credito.

Era stato lui a suggerire la pista relativa a un regolamento di conti legato a una partita di droga persa da un trafficante con cui Isabel condivideva un appartamento due anni prima, prima che l’hotel di via Maragliano fosse occupato.

Questo ha portato all’avvio di rogatorie in Perù per interrogare i protagonisti, ma la vicenda è rimasta senza sviluppi significativi.

La mossa della Procura di Firenze

La decisione di Spiezia è indicativa di come la Procura non voglia gettare la spugna di fronte a un’indagine che finora non ha prodotto risultati significativi, nonostante le risorse impegnate.

Una parte dell’inchiesta che coinvolgeva tre occupanti dell’Astor è stata archiviata: questi lasciavano l’edificio il 10 giugno con 3 bagagli (due trolley e un borsone) ma in queste valigie non è stato trovato il DNA di Kata.

I due fratelli dei genitori di Kata rimangono indagati, ma finora non sono emerse prove del loro coinvolgimento nella scomparsa della piccola.

L’unico processo certo riguarda il presunto racket delle camere, un mercato nero presumibilmente caratterizzato da estorsioni, coinvolgendo il “clan” peruviano di cui fa parte lo zio materno di Kata, Abel. Con lui, sono imputati altri tre connazionali, tra cui Carlos, noto come il “dueno” (padrone) dell’Astor.

kata scomparsa firenze procura Fonte foto: ANSA
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