Svolta nel caso di Liliana Resinovich, sul corpo lesioni provocate da un'altra persona: la rivelazione
Svolta nel caso Liliana Resinovich: sul corpo della donna, trovata morta quasi 2 anni fa, sarebbero state trovate lesioni provocate da una terza persona
Il caso della morte di Liliana Resinovich potrebbe essere a una svolta: sul corpo della donna infatti sarebbero stati trovati segni e lesioni prodotte da terze persone. Questo quanto spiegherebbe la perizia medico-legale della Procura di Trieste. La 63enne era sparita nel dicembre del 2021 ed era stata ritrovata morta nel gennaio del 2022.
- La perizia e la svolta nel caso Liliana Resinovich
- Le lesioni
- I trascorsi
- Dall'ipotesi suicidio agli sviluppi
La perizia e la svolta nel caso Liliana Resinovich
Il contenuto della perizia – attesa entro il 15 dicembre – è stato anticipato dal quotidiano Il Piccolo.
Di Liliana Resinovich non si ebbero più tracce dal 14 dicembre del 2021. Il suo cadavere fu trovato il 5 gennaio successivo in un boschetto poco distante dell’abitazione che condivideva con il marito Sebastiano Visintin.
Sebastiano Visintin mostra una foto di Liliana Resinovich
Le lesioni
Secondo le indiscrezioni del giornale, sarebbero emerse nuove lesioni alla vertebra toracica e un’emorragia alla mano.
Tali ferite non erano state notate durante una prima analisi, ma sono state riportate nella nuova perizia.
Proprio per venire a capo di un caso avvolto da anni nel mistero, il cadavere della 63enne era stato riesumato e nuovamente analizzato per stimare la data del decesso.
I trascorsi
Dopo anni, ancora non è stato possibile stabilire con esattezza se la sua morte sia frutto di un suicidio o di un omicidio. Il corpo di Liliana Resinovich fu ritrovato in due sacchi neri della spazzatura: uno era infilato dall’alto, l’altro dal basso. La testa poi era avvolta in due buste, fissate al collo con un cordino.
L’autopsia aveva rivelato che la causa della morte era stata uno scompenso cardiaco acuto.
A denunciare la scomparsa della 63enne era stato il marito, Sebastiano Visintin. La mattina del 14 dicembre l’uomo aveva salutato Liliana intorno alle 7.45 per uscire dalla loro casa a Trieste.
La donna avrebbe dovuto poi raggiungere Claudio Sterpin, un suo amico con il quale aveva avuto in passato una storia d’amore.
Dall’ipotesi suicidio agli sviluppi
A lungo per la Procura di Trieste la tesi più attendibile era quella del suicidio, una teoria fin da subito rinnegata dalla famiglia della donna. Il caso è stato sul punto di essere archiviato ma il 13 giugno 2023 il gip Luigi Dainotti ha accolto l’opposizione presentata dai legali dei familiari della 63enne che avanzavano l’ipotesi di reato di omicidio volontario mentre, fino ad allora, il fascicolo era stato aperto per sequestro di persona.
Anche secondo il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, la pista del suicidio non era percorribile. L’uomo, tuttavia, di recente pare aver cambiato idea e, parlando della moglie come di una donna “buona, dolce, che aiutava delle persone” e del fatto che “nessuno può averle fatto del male“, ha aperto all’ipotesi secondo la quale la donna si sarebbe tolta la vita.