Oggi la sentenza su Turetta per l'omicidio Giulia Cecchettin, il gesto del suo avvocato e la frase a papà Gino
In aula per la lettura della sentenza su Filippo Turetta anche il padre di Giulia Cecchettin: il gesto e le parole dell'avvocato difensore Giovanni Caruso
Il destino di Filippo Turetta si decide il 3 dicembre 2024: si tratta del giorno della sentenza per il reo confesso dell’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. In aula anche il padre della ragazza, che è stato avvicinato dall’avvocato Giovanni Caruso, difensore di Turetta.
- Il gesto dell’avvocato di Filippo Turetta
- Le parole al padre di Giulia Cecchettin
- L’attesa per la sentenza
Il gesto dell’avvocato di Filippo Turetta
È passato poco più di un anno dal giorno dell’omicidio di Giulia Cecchettin: la Corte di Assise di Venezia è chiamata a decidere se Filippo Turetta merita o meno l’ergastolo.
Potrebbero essere infatti applicate le aggravanti, quali stalking e premeditazione, che comporterebbero il “fine pena mai”, ossia la condanna a vita. In caso contrario, la corte potrebbe decidere di non infliggere l’ergastolo.
L’arrivo di Gino Cecchettin in tribunale
Presente in aula anche Gino Cecchettin, padre di Giulia, che pochi minuti prima dell’inizio dell’udienza è stato avvicinato da uno degli avvocati di Turetta, il legale Giovanni Caruso.
L’avvocato, prima di iniziare, ha voluto stringere la mano al padre di Giulia.
Le parole al padre di Giulia Cecchettin
A rendere ancor più eloquente il gesto dell’avvocato di Filippo Turetta sono state le parole che hanno accompagnato la stretta di mano a Gino Cecchettin.
Come riporta Il Messaggero, Giovanni Caruso avrebbe aggiunto: “La capisco umanamente, ma il mio lavoro non è facile”.
Dopo l’arringa pronunciata dalla difesa di Turetta, infatti, il padre di Giulia Cecchettin si era dichiarato offeso per le parole utilizzate dai legali.
L’attesa per la sentenza
La sentenza con la quale si deciderà se Filippo Turetta merita o meno l’ergastolo verrà letta durante la giornata del 3 dicembre.
Entro le ore 15 si deciderà dunque se infliggere o meno l’ergastolo al 23enne per l’omicidio ai danni dell’ex fidanzata.
Determinanti saranno le aggravanti che, se verranno considerate, determineranno il “fine pena mai” per il reo confesso.
L’accusa insiste proprio su tali aggravanti, in particolare quella della premeditazione, la cui pena prevede l’ergastolo. La difesa di Turetta, invece, durante l’arringa dello scorso 26 novembre ha tentato di smontare questa accusa, affermando che i ritrovamenti di materiale, oltre che i messaggi inviati a Giulia e il contenuto di pc e diario, sarebbero indice di insicurezza. Indicherebbero, in altre parole, l’indecisione dell’omicida.
Gli avvocati di Turetta hanno inoltre cercato di smontare l’aggravante dello stalking, sottolineando che la Cecchettin non avesse paura di lui, tanto da decidere di incontrarlo per un ultimo appuntamento.