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Indagato il presidente dell'Aci Angelo Sticchi Damiani: avrebbe aggirato il tetto sugli stipendi pubblici

Il presidente dell'Automobile club Italia Sticchi Damiani è accusato di falso in atto pubblico per aver nascosto centinaia di migliaia di euro

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Il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, è indagato per falso in atto pubblico. Il manager 78enne a capo dell’Automobile club Italia avrebbe nascosto centinaia di migliaia di euro del suo stipendio per scavalcare il limite di 240mila euro imposto ai vertici delle aziende pubbliche. Lo riporta ‘Repubblica’.

L’accusa

Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Carlo Villani, Sticchi Damiani avrebbe depositato tra il 2017 e il 2020 autocertificazioni false sui redditi guadagnati.

L’inchiesta sarebbe partita da una denuncia interna all’Aci, dalla quale la procura ha cominciato a indagare sulle autocertificazioni depositate alla segreteria dell’Automobile club Italia dal suo presidente.

Indagato il presidente dell'Aci Angelo Sticchi Damiani: avrebbe aggirato il tetto sugli stipendi pubbliciFonte foto: ANSA
Il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani in una conferenza stampa all’Autodromo di Monza

Secondo il sostituto procuratore Villani, Sticchi Damiani avrebbe omesso di dichiarare le entrate percepite dalle società della galassia Aci o ridimensionato lo stipendio ricevuto dall’Ente che guida dal 2011, in modo da rimanere sotto la soglia massima di 240mila euro stabilita dalla legge per le buste paga dei manager pubblici.

Argomento tornato di attualità dopo l’ipotesi valutata dal Governo di eliminare la soglia per i dirigenti della Stretto di Messina spa, società incaricata della costruzione del Ponte sullo stretto.

Le cifre

Da quanto emerso dagli atti, nel 2017 Sticchi Damiani avrebbe dichiarato 246.698 euro di stipendi, 125mila come presidente dell’Aci, 120mila come presidente dell’Aci informatica Srl e poco più di mille euro “quale consigliere nazionale del Coni”, federazione di cui l’Automobile club Italia fa parte.

Secondo gli accertamenti degli inquirenti le somme percepite sarebbero però molto superiori. Per i magistrati la retribuzione ricevuta da Sticchi Damiani come presidente dell’Aci nel 2017 sarebbe, infatti, di 231mila euro, 106mila euro in più di quanto dichiarato.

I compensi omessi

Inoltre il manager 78enne avrebbe omesso i compensi provenienti dalle cariche di presidente del cda di Sara Vita, per 216mila euro, e di Sara assicurazione, pari a 96 mila euro, società che è partecipata da Aci per l’80% e rientra dunque nella normativa del tetto agli stipendi per i vertici di aziende pubbliche. Il totale per il 2017 sarebbe arrivato dunque a oltre 665mila euro.

Altre omissioni sulle proprie retribuzioni sarebbero state commesse negli anni successivi: nel 2018 Sticchi Damiani ha dichiarato 246 mila euro contro il milione circa ricevuto in totale da diversi incarichi, senza dichiarare oltre 443 mila euro percepiti “quale presidente del cda di Sara assicurazione spa e quelli quale presidente del cda Sara Vita per 223.779 euro”.

L’anno dopo il presidente dell’Aci ha dichiarato nuovamente 246mila euro, quando avrebbe guadagnato oltre un milione e mezzo di euro grazie alle sue posizioni nel cda di Sara Assicurazione spa, di Sara vita spa e dell’Inarcassa, la cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti.

Stesso sistema anche nel 2020: a fronte dei 246mila euro dichiarati, Sticchi Damiani avrebbe incassato un milione 320mila euro.

angelo-sticchi-damiani Fonte foto: ANSA
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