Omicidio Tunkara a Bergamo, Djima Sadate confessa: fermato al confine con la Svizzera, la sua ricostruzione
Confessione di Djima Sadate per l’omicidio di Mamadi Tunkara: fermato in Svizzera, racconta la sua versione ma restano aperti interrogativi sull'agguato
Il 28enne Djima Sadate ha confessato l’omicidio di Mamadi Tunkara, il vigilante gambiano ucciso venerdì 3 gennaio nel pieno centro di Bergamo. La confessione è arrivata dopo ore di silenzio e il fermo avvenuto al confine con la Svizzera, dove l’uomo era stato individuato senza documenti mentre viaggiava su un treno diretto a Lugano. La ricostruzione di Sadate lascia aperti diversi interrogativi.
Omicidio Tunkara a Bergamo, Sadate confessa
Sadate, originario del Togo, ha spiegato agli investigatori di essersi convinto che Tunkara avesse una relazione con la sua ex fidanzata italiana, una convinzione che lo avrebbe spinto a cercarlo per un confronto. L’incontro sarebbe avvenuto per caso, mentre la vittima si recava al lavoro.
Come riporta Ansa, durante l’interrogatorio Sadate ha sostenuto di essere stato aggredito per primo e di non aver portato con sé il coltello con l’intento di uccidere.
La polizia davanti al supermercato Carrefour dove lavorava Mamadi Tunkara
Tuttavia, le modalità dell’omicidio e la testimonianza di chi ha assistito alla scena suggeriscono una dinamica diversa, ipotizzando un agguato premeditato.
Il fermo in Svizzera
Dopo l’omicidio, Sadate si era dato alla fuga a piedi, abbandonando uno zaino con i propri documenti lungo il percorso. La polizia svizzera, durante i controlli di routine, ha fermato il 28enne e lo ha riconsegnato alle autorità italiane.
A Bergamo, nel frattempo, le indagini erano già a un punto cruciale. La polizia scientifica aveva rinvenuto l’arma del delitto, un grosso coltello da cucina, lungo la via di fuga. Il fermo di Sadate ha rappresentato la conferma di quanto già emerso nelle prime ore successive all’omicidio.
Domande ancora senza risposta
Sadate, incensurato e studente serale, aveva convissuto per un anno con una ragazza italiana, che lo aveva lasciato da poco. L’ex coppia era solita frequentare il supermercato Carrefour dove Tunkara lavorava come vigilante.
Dopo la rottura, il sospetto di una relazione tra la donna e Tunkara avrebbe scatenato una gelosia morbosa.
Con la confessione di Sadate, il caso sembra avviarsi verso una soluzione giudiziaria. Tuttavia, restano aperte alcune domande: perché portare con sé un coltello se non per uccidere? E come interpretare le testimonianze che parlano di un agguato?
L’autopsia e i riscontri sull’arma saranno fondamentali per chiarire gli ultimi dubbi sul caso.