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Fondi Lega, parla l'ex segretaria di Bossi: i dettagli inediti

L'ex segretaria di Bossi, Daniela Cantamessa, a Presa Diretta (Rai 3), narra per la prima volta la vicenda relativa ai fondi della Lega

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Daniela Cantamessa, ex segretaria di Umberto Bossi, per la prima volta racconta in tv – Presa Diretta (Rai3), puntata in onda il 28 settembre 2020 a partire dalle 21,20 – i dettagli della vicenda legata ai fondi spariti della Lega. “Queste spese venivano registrate in contabilità, perché erano cose alla luce del sole. Non c’era niente da nascondere – spiega Cantamessa, come riporta Primapress -. Poi Balocchi (ndr Maurizio, fondatore del partito ed ex tesoriere prima di Belsito) veniva da Bossi. Io ero presente e diceva: ‘Umberto mi devi dare tot’, gli diceva una cifra. E Bossi gli dava un assegno”.

“Di soldi suoi, dal conto personale di Bossi – prosegue Cantamessa -. Questi soldi venivano fatti rientrare in contabilità e andavano a pareggiare quella registrazione transitoria che veniva fatta”.

“Poi Balocchi muore – continua nel racconto l’ex segretaria di Bossi -, quindi Belsito votato da tutto il Consiglio Federale, cioè non è che l’ha messo Bossi, diventa amministratore e nessuno dà disposizioni diverse da quelle che noi avevamo avuto. Quindi tutto continua per noi come prima. Il problema è che io non ho mai visto Belsito venire a chiedere soldi a Bossi”.

E Bossi? Ha mai creduto che qualcuno lo avesse tradito “Non parlava – spiega Cantamessa – posso dire che nessuno è più venuto a bere un caffè con lui. Questo lo posso proprio dire perché passavamo le giornate io lui e gli autisti. Mentre prima c’era via crucis e io ero lì. Dal 6 di aprile 2012 non è venuto più nessuno. Spariti tutti”.

Cantamessa, circa la modalità in cui lo scandalo è trapelato, ha un’idea ben precisa: “C’era qualcosa che non andava. Come mai una banca rende noto una cosa del genere ed esce sul giornale? Questa è una domanda che mi sono fatta. E’ stato secondo me strano. Noi eravamo al Governo, Maroni era Ministro dell’Interno”.

“Finita la gestione Bossi (ndr con Maroni segretario) tutti dicevano le stesse cose, erano tutti d’accordo – narra sempre l’ex segretaria -. Dicevano che soldi non ce n’erano più. ‘Non ci son più soldi, non ci son più soldi’. Per contro arrivavano lì l’avvocato di Maroni 600 euro l’ora, il commercialista Pallino ben pagato… e la struttura Lega non veniva più utilizzata quindi va da sé che i dipendenti della Lega non servivano più”.

“Non c’erano soldi, ma per chi volevano loro i soldi c’erano”, conclude Cantamessa.

umberto-bossi-fondi-lega Fonte foto: ANSA
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