Chi sono i sindaci di Maglie, Sanarica e Ruffano arrestati per reati contro PA e appalti truccati
La Guardia di Finanza ha arrestato i sindaci di Maglie, Sanarica e Ruffano, in tutto sono stati disposti 16 provvedimenti restrittivi
Tre sindaci salentini sono stati arrestati nell’ambito di un’inchiesta per reati contro la pubblica amministrazione e appalti pubblici truccati. Il primo cittadino di Ruffano, Antonio Rocco Cavallo, è stato portato in carcere, Ernesto Toma, sindaco di Maglie e Salvatore Sales, sindaco di Sanarica, si trovano ai domiciliari. In tutto sono state eseguite dieci misure restrittive della libertà personale e sei interdittive.
- Quali sono i reati ipotizzati
- Perché i sindaci sono al centro dell'inchiesta
- Chi sono i sindaci arrestati
Quali sono i reati ipotizzati
I reati contestati a vario titolo sono corruzione (anche elettorale), associazione a delinquere, falso, turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture e subappalto illecito. L’inchiesta, lo scorso gennaio, aveva portato il gip di Lecce, Stefano Sala, a notificare 25 decreti di fissazione dell’interrogatorio preventivo finalizzati all’eventuale emissione di misure cautelari.
In carcere sono stati portati anche Maurizio Montagna, responsabile unico del procedimento di diversi appalti e l’imprenditore salentino Marco Castrignanò, legale rappresentante della Castrignanò Vivai. Sono ritenuti ai vertici del sodalizio che avrebbe gestito e pilotato appalti in cambio di favori reciproci, tra cui anche il sostegno elettorale.

I comuni coinvolti
Ai domiciliari ci sono anche il vicesindaco di Maglie Marco Sticchi; l’assessore di Sanarica, Dario Andrea Strambaci; Daniele Boscarino, dirigente Ufficio tecnico di Ruffano; Umberto Mangia, dipendente dell’imprenditore Castrignanò; Sergio Urso, ingegnere. Per altri sei indagati è stato disposto il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.
Al centro delle condotte, secondo l’accusa, ci sarebbe Castrignanò, definito “controllore” di svariate imprese. Grazie alla complicità dei pubblici funzionari locali, sarebbe stato in grado di decidere a quali gare pubbliche partecipare e soprattutto quali vincere, garantendo come contropartita utilità di vario genere: istituzionali, lavori edili, ristrutturazioni, lavori di giardinaggio, addobbi floreali e persino sostegno elettorale in occasione delle elezioni amministrative.
Perché i sindaci sono al centro dell’inchiesta
Sulla scorta di un voluminoso giro di intercettazioni e verifiche effettuate dalla Finanza, gli indagati avrebbero imbastito un’associazione che gestiva e controllava gli appalti pubblici nei Comuni di Maglie, Sanarica e Ruffano. Gli episodi sarebbero andati avanti da maggio 2016 e a beneficiarne, in particolare, sarebbero stati i tre sindaci salentini.
Come riporta La Repubblica, le contestazioni mosse a Toma, sindaco di Maglie e uomo di fiducia dell’ex ministro e ora vicepresidente della commissione europea Raffaele Fitto, sono di corruzione per un atto contrario ai propri doveri.
I due fratelli Castrignanò avrebbero provveduto alla fornitura a titolo gratuito di piante e addobbi floreali in occasione del matrimonio del sindaco di Maglie nonché alla ristrutturazione a titolo gratuito di un immobile del primo cittadino.
Il sindaco e vice sindaco, quale corrispettivo delle illecite elargizioni, avrebbero garantito ai fratelli Castrignanò, la continuazione del servizio di manutenzione del verde pubblico comunale.
Secondo l’accusa Salvatore Sales, sindaco del Comune di Sanarica, avrebbero cucito su misura una serie di bandi in favore dei fratelli imprenditori, in cambio avrebbero ricevuto dai Castrignanò il sostegno alle elezioni amministrative dell’ottobre 2021. Gli imprenditori si sarebbero attivati per recuperare voti o comunque promesse di voti mediante contatti telefonici a familiari e concittadini sollecitando la preferenza tramite WhatsApp con un fac simile della scheda elettorale precomplicata con l’indicazione del voto.
Le accuse, in concorso, per Antonio Rocco Cavallo, primo cittadino di Ruffano, sarebbero quelle di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture. Tra le imputazioni principali, come viene riportato nel decreto di interrogatorio, si fa riferimento a “somme indeterminate di denaro contante” che il sindaco avrebbe ricevuto da Marco Castrignanò in almeno due occasioni ad aprile 2022 beneficiando dei lavori di ristrutturazione a titolo gratuito dell’immobile sede del comitato elettorale della lista.
Chi sono i sindaci arrestati
Secondo quanto riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, i sindaci di Maglie, Ruffano e Sanarica si dichiarano completamente estranei e innocenti. La testata ha tracciato un profilo dei primi cittadini.
Ernesto Toma, classe 1965, è al secondo mandato da sindaco di Maglie e sarebbe considerato uomo di fiducia di Raffaele Fitto. Eletto nel 2015, si è poi nuovamente imposto nel 2020, esponente della lista civica di centrodestra “Siamo Maglie“. Avrebbe una lunga l’esperienza nell’amministrazione locale essendo stato ex assessore provinciale di Forza Italia e impegnato in politica dal 1995. È inoltre dottore Commercialista e Revisore dei Conti.
“Ho ricevuto un avviso contenente la fissazione di un interrogatorio – ha commentato in una nota – nell’ambito di un processo penale per fatti risalenti a tempi molto lontani. I miei avvocati Luciano Ancora e Roberto Eustachio Sisto, richiederanno a breve i documenti in modo di poterne capire di più. Sono sereno, affronterò con determinazione l’interrogatorio, forte della mia innocenza“.
È al secondo mandato anche il sindaco di Ruffano Antonio Rocco Cavallo, 57 anni, eletto con la lista civica “Direzione Comune“. Ingegnere di professione, ricopre la carica di primo cittadino dal 2017, riconfermato poi nel 2022.
“Le accuse sono molto pesanti, lederebbero la moralità di chiunque. Tengo a chiarire sin da subito la mia completa estraneità. Nella mia carriera politica – ha chiarito – ho sempre operato in maniera trasparente, per il bene della collettività. Mai ho tradito la fiducia della mia comunità, né tanto meno ho utilizzato la mia posizione per tornaconto personale o per favorire terzi”.
Il primo cittadino di Sanarica, Salvatore Sales, classe 1956, anche lui eletto due volte, lavora nel settore delle assicurazioni ed è sindaco dal 2016. Esponente della lista civica “Sanarica Bene Comune“, nella prima tornata di voto fu unico candidato sindaco, e superò lo scoglio dell’astensionismo.
