Morto Carmine Gallo ex superpoliziotto ai domiciliari per l'inchiesta Equalize, malore fatale in casa
Morto Carmine Gallo, il superpoliziotto che era ai domiciliari per l'inchiesta Equalize. Malore fatale per lui, aveva 67 anni
Carmine Gallo è morto domenica 9 marzo. L’ex superpoliziotto era agli arresti domiciliari in quanto era considerato il capo dell’agenzia di “spioni” Equalize di Milano, finita sotto inchiesta. Era accusato di associazione a delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici e altri reati. È stato vittima di un malore fatale in casa, aveva 67 anni.
Morto Carmine Gallo
Carmine Gallo, morto nella mattinata del 9 marzo, era agli arresti domiciliari dall’ottobre scorso.
Secondo le prime ricostruzioni ad opera dei carabinieri, sarebbe morto in seguito a un malore, forse un infarto, nella sua casa di Garbagnate Milanese. Il pm di turno di Milano ha disposto l’autopsia sul corpo.
Fonte foto: ANSA
Inchiesta Equalize
Tra dieci giorni, il 19 marzo, Gallo, insieme all’hacker Samuele Calamucci e ad altri indagati, si sarebbe dovuto presentare davanti al Tribunale del Riesame per la discussione del ricorso presentato dalla procura di Milano.
Nell’inchiesta del pm della Dda, Francesco De Tommasi, e dei carabinieri di Varese e del Ros, l’ex superpoliziotto veniva inquadrato come colui che reggeva la società di investigazioni che lui stesso aveva fondato insieme al presidente di Fondazione Fiera, Enrico Pazzali.
Per lui, il pm ha chiesto il carcere mentre il gip aveva invece disposto i domiciliari. Nel suo primo interrogatorio, davanti al gip, Carmine Gallo aveva sì ammesso di aver effettuato accessi abusivi alle banche dati della polizia ma aveva negato di essere a capo di una centrale di dossieraggi illegali e ribadito di aver lavorato, come sempre, per le istituzioni.
Chi era il superpoliziotto
Carmine Gallo era originario di Gragnano, in provincia di Napoli, anche se ha vissuto a lungo a Milano e in Lombardia. Qui ha trascorso tutta la sua carriera in polizia dove, per tre decenni, è stato il “superpoliziotto Gallo”. Era andato in pensione nel 2018. Poco prima era stato condannato a due anni (con la non menzione) per i rapporti con un confidente-collaboratore che faceva il doppio gioco, come riporta il Corriere della Sera.
Tanti gli incarichi ricoperti nella sua carriera. L’ultimo come vicedirigente a Rho-Pero, lo stesso commissariato dove nel 2015 aveva gestito la sicurezza dei capi di Stato arrivati a Milano per Expo. E tante anche le operazioni semi impossibili che invece aveva portato a compimento. Dalla scoperta dei nomi dei killer della strage di Duisburg del 2007 al pentimento di Saverio Morabito, il più importante collaboratore ai tempi dei sequestri di persona, dalla liberazione di Alessandra Sgarella rapita nel ‘97 dalla ‘ndrangheta fino al delitto Gucci, risolto riuscendo a incastrare la ex moglie Patrizia Reggiani.
Un’immagine quella del superpoliziotto Carmine Gallo che cozza con quella descritta invece dalle carte dell’inchiesta Equalize. Qui viene descritto dal pm De Tommasi come “una persona spregiudicata e senza scrupoli, tentacolare, con le mani in pasta ovunque e con rapporti con diverse personalità di rilievo, oltreché con diversi soggetti pregiudicati, anche per associazione mafiosa, pronto a scendere a patti con esponenti della criminalità milanese per ottenere un posto auto di rappresentanza allo stadio da riservare ai clienti”.
