Vaccini Covid, cambia di nuovo il piano: si guarda a Israele
Il commissario Figliuolo discuterà insieme alle Regioni la possibilità di adottare sulle somministrazioni il "modello israeliano" per fasce d'età
Il vertice di oggi tra il nuovo commissario all’emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo e le Regioni sarà il primo passo per tracciare la nuova campagna di vaccinazione in Italia. Di fronte alle amministrazioni locali che si muovono in ordine sparso, il governo ha già manifestato l’intenzione di accentrare tutta la logistica delle somministrazioni e adesso pensa a come mettere in pratica anche il cambio del paradigma del piano. Come riporta La Stampa, mentre il premier Benjamin Netanyahu annuncia di aver tirato fuori il proprio Paese dalla pandemia, è proprio a Israele che l’Italia vuole ispirarsi.
Il generale Figliuolo e il nuovo capo della Protezione civile Fabrizio Curcio starebbero infatti guardando alla nazione mediorientale, tra le più avanti al mondo nella campagna di somministrazione. Diversamente a quanto stabilito nel Piano nazionale di due settimane fa, si pensa di adottare il cosiddetto “metodo israeliano“, applicato già nel Lazio: procedere a chiamata per fasce d’età, dopo aver completato l’immunizzazione degli over 80 e delle categorie fragili.
Verrà quindi abbandonato il meccanismo che prevedeva invece l’iniezione prima ai malati cronici per poi continuare con le categorie di lavoratori più esposti a rischio Covid. Un cirterio che secondo l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato “lascia grandi spazi interpretativi e perciò rischia di fomentare l’italico vizio di trovare un canale preferenziale”.
A questo scopo si attende anche il via libera da parte dell’Aifa per l’uso del vaccino di AstraZeneca anche per gli anziani tra i 65 e i 79 anni. Una decisione che aiuterà ad accelerare sull’immunizzazione degli anziani, finora in meno di 740mila vaccinati nella fascia 65-79 anni sui circa 4 milioni e 800 mila italiani che hanno ricevuto almeno una dose. L’obiettivo del governo è arrivare presto alle 200mila iniezioni quotidiane, grazie anche all’arrivo ad aprile di 3,8 milioni di fiale AstraZeneca, alle quali si aggiungeranno 7 milioni del monodose di Johnson&Johnson, oltre ai quasi 4 milioni di Pfizer e Moderna.