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Tajani contro Salvini sul mandato di arresto internazionale a Netanyahu: "Decidiamo io e Meloni"

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani chiarisce la posizione del governo Meloni sul mandato d'arresto internazionale per Benjamin Netanyahu

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Governo Meloni diviso sul mandato d’arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu emesso dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra. L’ultima uscita del vicepremier Matteo Salvini, che ha invitato Netanyahu in Italia, non sembra essere piaciuta agli alleati del centrodestra, a partire da Giorgia Meloni. E l’altro vicepremier Antonio Tajani è netto: “La linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”.

Tajani contro Salvini sul mandato d’arresto a Netanyahu

Intervistato da Repubblica, il ministro degli Esteri Antonio Tajani parla dei temi più caldi della politica internazionale, a partire dal mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e dell’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant.

Il titolare della Farnesina non usa mezzi termini per criticare le dichiarazioni di Matteo Salvini sul tema: “La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. È una cosa seria“.

Antonio Tajani e Matteo SalviniFonte foto: ANSA

“Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese. E quindi la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”.

In buona sostanza, il ministro dei Trasporti si occupi dei treni. “Poi naturalmente un leader di partito parla di quello che vuole”, aggiunge Tajani.

“Ma restano opinioni politiche di leader di partito, che però non diventano automaticamente la linea dell’esecutivo. Io – sottolinea – tendo a evitare di rispondere a nome del governo su questioni legate alle competenze degli altri ministri”.

La posizione del governo

Tajani quindi chiarisce la posizione del governo Meloni sul mandato d’arresto per Netanyahu: “Vogliamo prima leggere le carte, capire le motivazioni della sentenza, ragionare su cosa sostiene la Corte”.

“Noi riconosciamo e sosteniamo la Corte penale. Ma lo facciamo ricordando che deve avere sempre una visione giuridica e non politica”.

Perché il primo obiettivo dell’Italia e dei suoi partner “è quello di trovare alleanze politiche per fermare le morti a Gaza e in Libano, per ritornare a un percorso diplomatico”.

“Una sentenza di questa portata – spiega – ha un effetto politico profondo sulla gestione non di un confitto, ma della sua conclusione”.

“Non è possibile equiparare e mettere sullo stesso piano il premier democraticamente eletto di Israele e un capo terrorista”, dice. “Un meccanismo unicamente giudiziario farebbe saltare del tutto ogni speranza di iniziare perlomeno una composizione dello scontro”.

Netanyahu e Putin

Tajani rigetta poi il paragone tra Netanyahu e Vladimir Putin, altro leader destinatario di un mandato di cattura per crimini di guerra.

“Non scherziamo, non esiste il paragone: Putin ha scatenato la guerra in Ucraina”, dice il ministro degli Esteri.

Mentre “Netanyahu ha reagito al 7 ottobre, dopo che avevano trucidato migliaia di ebrei, anche se la sua reazione ormai è chiaramente diventata sproporzionata e lo diciamo da tempo”.

tajani-salvini-netanyahu Fonte foto: ANSA
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