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Massimo Bossetti oggi, nuova vita dopo l'omicidio di Yara Gambirasio: immagini sul lavoro in carcere a Bollate

C’è anche Massimo Bossetti, l’omicida di Yara Gambirasio, tra i detenuti che oggi partecipano al progetto di Bollate

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Il Progetto 2121 ha portato alla nascita di una nuova realtà industriale nel carcere milanese di Bollate. Le imprese offrono ai detenuti la possibilità di lavorare, e tra questi c’è anche Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Le prime immagini che lo mostrano, oggi, al lavoro.

Massimo Bossetti oggi

Massimo Bossetti è stato condannato all’ergastolo, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, scomparsa nel novembre del 2010.

Nel carcere di Bollate, a Milano, dove è detenuto, Bossetti lavora per una società che produce macchine da caffè industriali.

Omicidio di Yara GambirasioFonte foto: ANSA
Il carcere di Bollate, a Milano

Partecipa a concorsi di cucina dedicati ai carcerati e a diversi bandi di concorsi letterari e artistici. “Partecipo semplicemente per rendere meno pesante il trascorrere inutile del tempo rendendolo più costruttivo” aveva dichiarato.

Il progetto al carcere di Bollate

E Massimo Bossetti, così come mostrato dalle immagini Mediaset, compare anche tra i detenuti che hanno preso parte al Progetto 2121.

Si tratta di una collaborazione tra alcune imprese del territorio e l’istituto di detenzione milanese, col fine di offrire un lavoro anche dietro le sbarre.

Le aziende che partecipano al progetto hanno trasferito un ramo del proprio business all’interno della prigione, offrendo un lavoro ai carcerati.

Ad oggi sono 182 i detenuti che lavorano nell’area industriale del carcere, alle dipendenze delle aziende che hanno scelto di trasferire lì una parte del proprio lavoro.

14 anni dall’omicidio di Yara Gambirasio

Processualmente, la vicenda riguardante l’omicidio di Yara Gambirasio, tredicenne ritrovata senza vita in un campo a Chignolo d’Isola, nel bergamasco, si è conclusa il 12 ottobre 2018.

Quel giorno Massimo Bossetti è stato condannato all’ergastolo in via definitiva, ritenuto colpevole grazie ai test del Dna rinvenuto sul corpo della vittima.

Bossetti continua, tuttavia, a dichiarare la propria innocenza, ribadita anche in un recente documentario Netflix, che ha coinvolto anche la moglie.

Il team di legali difensori continua a chiedere di avere accesso ai reperti delle indagini per poterli rianalizzare e, eventualmente, chiedere la revisione del processo.

La possibilità di ispezionare i reperti è stata concessa, ma tutte le istanze di revisione sono state respinte.

massimo-bossetti-oggi Fonte foto: IPA
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