Treno deraglia nel Lodigiano: le storie dei passeggeri feriti
Il prefetto ha assicurato la stampa sulla tempestività dei soccorsi, ma ha sottolineato la gravità dell'incidente
L’incidente del treno deragliato nel Lodigiano “poteva avere conseguenze ancora più gravi”. Lo ha affermatoil prefetto di Lodi Marcello Cardona in un’intervista riportata dall’Ansa. “La dinaminca dei fatti e lo scenario apocalittico che ci siamo trovati davanti indicano che è accaduto un incidente gravissimo”, ha spiegato. Sono numerose le testimonianze raccolte dai passeggeri, che hanno descritto nei dettagli quanto avvenuto.
Treno deragliato: “Poteva accadere una tragedia ancora più grande”
“Un Frecciarossa che per 500 metri corre senza controllo, scivola sulle carrozze, sbatte contro strutture di cemento armato è un fatto eccezionale. Se invece di una persona nella prima carrozza ce ne fossero state 50, o se invece di due sulla seconda carrozza ce ne fossero state 60, poteva accadere una tragedia ancora più grande”, ha dichiarato.
“Ma non dimentichiamo che la perdita di due vite ha lo stesso impatto e deve produrre la stessa riflessione su quanto accaduto. Da prefetto posso certificare che i soccorsi sono stati giusti, nei tempi e nei modi. C’è stata una rapidità d’intervento e un complesso sistema di operazioni che è stato messo in atto in modo perfetto”, ha sottolineato il prefetto di Lodi.
“Nessuno dei feriti ha avuto aggravamenti della situazione clinica per ritardi, anzi l’intervento immediato di soccorritori, Vigili del Fuoco, forze dell’ordine, Protezione civile e personale delle Ferrovie ha creato una condizione positiva per l’evolversi degli eventi, con un’azione efficace e molto importante”, ha concluso.
Treno deragliato, la testimonianza: “Pensavamo di morire”
A raccontare quegli istanti infiniti sono stati proprio i passeggeri che viaggiavano sul Frecciarossa. Come Alex Nuvoli, 28enne visitato al Pronto soccorso di Vizzolo Predabissi (Milano). “Ero nella carrozza con altre persone, e a un certo punto abbiamo sentito un grosso rumore. Il treno è deragliato e ci siamo trovati sottosopra“, ha dichiarato all’Ansa.
“C’è stato un po’ di panico. Pensavamo che fosse finita. Se ti ribalti con un treno a 300 km all’ora, non pensi che rimani lì a parlare”, ha sottolineato il giovane. “Davanti a me viaggiava un ragazzo, e a un certo punto, quando è successo tutto, mi ha detto ‘penso sia finita‘. Gli ho detto ‘forse hai ragione’, e ci siamo tenuti la mano, poi ci siamo guardati e ci siamo detti ‘siamo salvi‘”.
“Abbiamo poi iniziato ad aiutarci, chi prendeva lo zaino, io con il computer facevo luce, poi abbiamo provato a rompere le porte“, ha raccontato all’Ansa il 28enne, rimasto solo lievemente ferito nell’incidente ferroviario nel Lodigiano.
“Quando ci siamo alzati abbiamo trovato tutto chiuso, grosso fumo, puzza di zolfo, abbiamo trovato un finestrino mezzo rotto, lo abbiamo preso a calci e siamo usciti, poi siamo stati nel piazzale ad aspettare i soccorsi. Non è stata una bella esperienza ma possiamo raccontarla e quindi va bene“, ha concluso.
Treno deragliato, parla una passeggera: “Siamo stati miracolati”
“Siamo stati fortunati, miracolati, sembrava di stare sulle montagne russe“, ha dichiarato all’Ansa Chiara, psicologa 30enne di Milano che si trovava a bordo del Frecciarossa 1000 deragliato, uscendo dal Pronto soccorso dell’ospedale di Lodi dove è stata ricoverata per una contrattura cervicale.
“Non ci sono state scene di panico, siamo rimasti tutti molto composti. Io stavo dormendo. C’è stato un botto, poi il treno si è mosso molto e ci siamo fermati, poi diversi sballottamenti. Mi sono svegliata, sono cadute le valigie dalle cappelliere ma io sono rimasta aggrappata al mio posto con tutte le mie forze”, ha raccontato.
“Non abbiamo capito subito cosa stava succedendo. Saranno stati 40 secondi ma sono sembrati 10 minuti. Il terrore è arrivato dopo qualche ora, all’inizio era solo adrenalina”, ha sottolineato la giovane psicologa.
“Il convoglio ha fatto un salto, poi la locomotiva si è staccata ed è andata dall’altra parte rispetto al senso di marcia“, ha spiegato Chiara all’Ansa. “Abbiamo spaccato il vetro ma poi siamo scesi dalla porta. Solo allora ci siamo accorti che la testa del treno si era staccata ed era dall’altra parte della casetta”.
“Abbiamo pensato che siamo stati fortunati, miracolati”, ha ribadito la giovane. “Nel mio vagone eravamo in tre e stiamo tutti bene. Adesso voglio solo tornare a casa”.
Treno deragliato, le testimonianze: “La carrozza si è piegata”
Un altro passeggero del treno deragliato, di nazionalità indiana e dimesso dall’ospedale di Castel San Giovanni (Piacenza), ha riferito all’Ansa: “È saltata la luce e abbiamo intuito che c’era un’emergenza. La carrozza ha iniziato a ondeggiare. Sarà durato un minuto, non so”.
“Un passeggero ha sbattuto la testa contro il finestrino quando la carrozza si è piegata”, ha raccontato un altro superstite dell’incidente. L’addetto alla ristorazione, un ragazzo che al momento dell’incidente stava distribuendo il caffè ai passeggeri, “era una maschera di sangue“.
Proprio l’addetto alla ristorazione aveva fatto crescere la paura tra i colleghi, che dopo l’incidente, come ha raccontato una addetta al bar del treno Frecciarossa deragliato, non lo hanno scorto subito tra le lamiere.