Buoni pasto nell'emendamento del Ddl Concorrenza, novità sulle commissioni: cosa cambia per i lavoratori
Il Governo ha stabilito un tetto massimo del 5% alle commissioni per i buoni pasto che le aziende forniscono ai dipendenti
Cambia tutto sui buoni pasto. Il Governo ha introdotto nel Ddl Concorrenza alcune novità sule commissioni, frutto di un compromesso che aziende e rappresentanti degli esercenti cercano da mesi.
- Novità per i buoni pasto nel Ddl concorrenza
- Cosa succede ai buoni pasto in circolazione
- La soddisfazione di Fipe per la riforma dei buoni pasto
Novità per i buoni pasto nel Ddl concorrenza
Il Governo ha introdotto nel Ddl concorrenza una riforma dei buoni pasto, che avranno una commissione massima del 5%. Si tratta di una decisione che scaturisce da una lunga trattativa tra società che gestiscono questi strumenti di welfare aziendale e gli esercenti che li ricevono.
“Si tratta di un passaggio che sancisce finalmente un principio di equilibrio nel mercato, portando le commissioni a un massimo del 5% anche nel settore privato, così come avvenuto per la pubblica amministrazione” afferma Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione.
Ristorante che accetta buoni pasto
Cosa succede ai buoni pasto in circolazione
La riforma introdotta nel Ddl concorrenza per i buoni pasto agirà in maniera diversa a seconda di quando gli stessi sono stati emessi. Quelli attualmente in circolazione saranno validi con le vecchie regole fino all’agosto del 2025.
La nuova commissione ridotta al 5% sarà applicata soltanto ai buoni pasto emessi dopo l’approvazione della legge e per tutti quelli che entrano in circolazione dopo il 1 gennaio 2025.
Altra data da segnarsi è il 1 settembre 2025. Da quel mese infatti anche i vecchi buoni pasto che erano in circolazione da prima dell’approvazione del Ddl Concorrenza vedranno applicato il nuovo tetto alle commissioni.
La soddisfazione di Fipe per la riforma dei buoni pasto
La Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) ha commentato favorevolmente la scelta del governo di imporre un tetto massimo del 5% alle commissioni che le società di gestione dei buoni pasto possono richiedere per ogni titolo.
“L’introduzione di un tetto massimo alle commissioni, fissato al 5%, rappresenta un grande traguardo che consente di garantire l’efficacia e i benefici del buono pasto come strumento indispensabile per i lavoratori, senza danneggiare gli esercenti, che oggi pagano fino al 20% di commissioni” ha comunicato la Fipe.
“Una soluzione che premia il buon senso perché riduce sensibilmente i costi per le migliaia di piccole imprese che accettano i buoni pasto, senza penalizzare i lavoratori per i quali il valore del buono resta immutato” ha concluso la Federazione.