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Sindaco partecipa al lutto del killer di Lea Garofalo: polemica contro i manifesti per Rosario Curcio

Il sindaco di Petilia Policastro esprime condoglianze per la morte del killer di Lea Garofalo, Rosario Curcio: scoppia la polemica nel crotonese

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Scoppia la polemica sui funerali di Rosario Curcio, uno dei killer della testimone di giustizia Lea Garofalo che è morto suicida in carcere nelle scorse settimane. Il comune di Petilia Policastro ha partecipato al lutto per la sua scomparsa e ha mandato su tutte le furie esponenti locali del Pd.

Il necrologio di condoglianze per Rosario Curcio

A esprimere enorme sdegno per quanto accaduto è il segretario di federazione del Pd di Crotone Leo Barberio, secondo il quale “La provincia di Crotone non merita amministratori che gettano discredito sull’intera Regione”. Il motivo è il manifesto funebre apparso a Petilia Policastro per Rosario Curcio.

“Il sindaco avv. Simone Saporito e l’Amministrazione comunale partecipano al dolore che ha colpito la famiglia Curcio per la perdita del caro congiunto” si legge nell’annuncio condiviso anche da Ansa.

rosario curcioFonte foto: ANSA
Rosario Curcio in una foto diffusa all’epoca dei fatti

Parole giudicate indelicate nei confronti della vittima, Lea Garofalo, uccisa nel 2009. Barberio giudica inammissibile esprimere “vicinanza e dolore per la scomparsa di un soggetto già condannato per efferati crimini commessi in passato che hanno recato sdegno nell’intera comunità nazionale”.

La replica del sindaco di Petilia Policastro

La comunità Democratica Crotonese e Calabrese, aggiunta la nota di Barberio riportata da TGCom24, si conclude con la richiesta immediata di dimissioni da parte del sindaco e della giunta comunale. Richiesta che tuttavia non verrà accolta, a quanto pare.

Stando a quanto riportato dalle fonti, infatti, il primo cittadino si è giustificato dicendo che quanto accaduto è sì opinabile, ma “facciamo manifesti funebri per tutti. Sarebbe stata una discriminazione non farlo“.

Rosario Curcio, condannato in via definitiva all’ergastolo nel dicembre 2014, si è impiccato nel carcere di Opera a Milano nella tarda serata di mercoledì 28 giugno. È deceduto dopo ore di agonia all’ospedale San Paolo di Milano.

Il ruolo di Curcio nell’omicidio di Lea Garofalo

Il 46enne scomparso nelle scorse settimane e per il quale il Comune ha espresso condoglianze, era finito in manette nel 2010 insieme all’ex compagno Carlo Cosco per la morte e la distruzione del cadavere di Lea Garofalo.

La sera del 24 novembre 2009, hanno appurato anni di indagini, la testimone di giustizia è stata uccisa da Rosario Curcio, Vito Cosco e all’ex fidanzato della figlia della vittima, Carmine Venturino.

Il cadavere della donna è stato portato in un terreno del quartiere San Fruttuoso di Monza e bruciato per tre giorni fino alla totale distruzione. La svolta nelle indagini è arrivata dopo la confessione di Venturino, dopo il ritrovamento di più di 2.000 frammenti ossei e della collana della donna.

lea-garofalo-rosario-curcio-funerale Fonte foto: ANSA / IPA
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