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Scambiata in culla nel 1989: maxi risarcimento da Regione Puglia. L'errore scoperto grazie a Facebook

Un tribunale ha stabilito che la Regione Puglia dovrà pagare un milione di euro per uno scambio di culla avvenuto all'ospedale di Canosa nel 1989

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La Regione Puglia dovrà pagare un milione di euro a una 33enne di Canosa e alla sua vera famiglia (madre, padre e fratello), a cui per 23 anni sono stati impediti i rapporti familiari a causa di uno scambio di culla. Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale civile di Trani, arrivata a 10 anni dalla scoperta dello scambio.

La vicenda

A riportare la vicenda è ‘La Repubblica’: protagoniste dello scambio sono due bambine di Canosa, Antonella e Lorena, partorite il 22 giugno del 1989 e poi affidate per errore a due madri che non erano quelle naturali. L’episodio che ha cambiato le vite di Antonella e Lorena sarebbe avvenuto dopo il parto, quando le bimbe sono state portate al nido, dove a nessuna delle due neonate sarebbe stato applicato il braccialetto identificativo.

La scoperta della vera identità è avvenuta casualmente nel 2012, guardando delle foto pubblicate su ‘Facebook’ che mostravano delle somiglianze tra donne che non avevano alcun legame di parentela. La conferma ai sospetti è arrivata l’anno successivo tramite test del dna.

FacebookFonte foto: iStock - Victollio
La scoperta dello scambio di culla è arrivata nel 2012 grazie a ‘Facebook’.

La vita di Antonella e Lorena

L’esistenza di Antonella, stando a quanto si legge su ‘La Repubblica’, è stata difficile e in una famiglia indigente: la madre l’ha abbandonata da piccola, il padre l’ha maltrattata fino a farla finire in orfanotrofio e poi in adozione. L’altra bambina, Lorena, ha avuto un rapporto difficile con i genitori.

Il risarcimento

Il Tribunale civile di Trani ha stabilito che Caterina (che credeva di aver partorito la bimba chiamata Lorena e che, invece, era la mamma di Antonella) dovrà essere risarcita per 215mila euro, così come il marito, mentre 81mila euro spettano all’altro figlio, “per non aver potuto vivere compiutamente la relazione parentale”. Ad Antonella, cioè una delle due bambine, la Regione Puglia dovrà pagare circa mezzo milione (a fronte di una richiesta di 3).

Antonella e i suoi veri genitori hanno intentato una causa contro la Regione Puglia e contro le Asl Bari e Bat, che però non sono state ritenute legittimate a risarcire eventuali danni. L’unica responsabile, quindi, sarebbe la Regione Puglia, perché a essa faceva capo l’ospedale di Canosa in cui avvenne lo scambio nel 1989.

Il Tribunale ha escluso l’ipotesi di prescrizione: il danno, infatti, va conteggiato da quando i protagonisti della vicenda hanno avuto cognizione dello scambio, quindi dal 2012, e non dalla data della loro nascita (nel 1989).

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Culle Fonte foto: iStock - upixa
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