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Sul caso Pandoro Chiara Ferragni e il Codacons trovano l'accordo: risarcimento e maxi donazione. I dettagli

Codacons ha annunciato l'intesa raggiunta con Chiara Ferragni e Assourt sui risarcimenti da riconoscere ai consumatori coinvolti nel 'caso Pandoro'

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Chiara Ferragni risarcirà i consumatori che hanno comprato il pandoro ‘Pink Christmas’. Lo ha comunicato Codacons, annunciando il patto sottoscritto con l’influencer e l’Assourt sul ‘caso Pandoro’, nel quale l’imprenditrice digitale è indagata per truffa aggravata, con l’accusa di aver tratto ingiusto profitto dalle campagne di beneficenza legate all’acquisto del prodotto.

L’accordo sul pandoro

Come informa Codacons in una nota, Ferragni e le due associazioni dei consumatori hanno raggiunto un’intesa per mettere un punto alle contestazioni reciproche “e per favorire, più in generale, la distensione dei rispettivi rapporti”, con l’obiettivo di instaurare anche un dialogo futuro su tematiche sociali.

Nell’accordo è previsto il versamento da parte dell’influencer di un importo da corrispondere ai consumatori rappresentati da Codacons e dall’Assourt (Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi).

pandoro-chiara-ferragni-codaconsFonte foto: IPA

Il pandoro Pink Christmas

Il risarcimento di Chiara Ferragni

Oltre al risarcimento, l’imprenditrice dovrà rimborsare anche le spese legali sostenute dalle due associazioni nei diversi procedimenti giudiziari ed effettuare una donazione.

Secondo quanto riferisce l’associazione dei consumatori, nell’accordo rientrano infatti 200mila euro che Ferragni darà in beneficenza a favore di un ente scelto insieme a Codacons, “con preferenza accordata ad iniziative che supportino le donne vittime di violenza”.

La sigla presieduta da Carlo Rienzi, che si è detto soddisfatto del patto, e l’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi, contatteranno i consumatori che si erano rivolti alle stesse associazioni per chiedere il risarcimento.

Il caso

Proprio a partire da un esposto del Codacons e Assourt, presentato nel 2021 a 104 procure, è scoppiato il cosiddetto ‘Pandoro gate’, che ha travolto l’influencer mettendo in forte crisi il suo impero.

La segnalazione ha fatto scattare le indagini della procura di Milano, sia sul pandoro Balocco griffato sia sulle uova di Pasqua Giochi Preziosi promosse dall’influencer, chiuse con l’accusa di un indebito profitto da 2,2 milioni di euro dalle campagne di beneficenza del 2021 e del 2022: secondo i pm, infatti, i consumatori sarebbero stati indotti a pagare molto di più pensando che una parte della cifra spesa sarebbe stata dedicata alla donazioni.

Oltre a Chiara Ferragni, sono indagati anche Fabio Maria Damato, ex braccio destro dell’influencer, Alessandra Balocco (legale rappresentante della Balocco spa) e Francesco Cannillo, presidente di Ceralitalia-Id, proprietaria del marchio Dolci Preziosi.

Le società di Ferragni coinvolte nella vicenda hanno versato un milione di euro all’ospedale di Torino, destinatario dei fondi raccolti nella campagna pubblicitaria e un altro milione di euro come sanzione al Garante per la concorrenza ed il mercato, garantendo l’impegno a versare, sempre all’Antitrust, 1,2 milioni in tre anni per il caso delle uova pasquali.

L’accordo con Codacons potrebbe portare i magistrati a riconsiderare le accuse penali contro Ferragni, soprattutto in caso l’associazione ritirasse le querele.

chiara-ferragni-codacons-pandoro Fonte foto: ANSA
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