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Spagna, scambiate alla nascita: maxi richiesta di risarcimento danni

Le due ragazze, ora diciannovenni, sarebbero state scambiate dopo essere state incubate in ospedale

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Una ragazza di 19 anni nata a Logroño, in Spagna, ha reclamato un risarcimento di oltre 3 milioni di euro per essere stata scambiata alla nascita con un’altra persona sua coetanea ed essere cresciuta in una famiglia diversa da quella biologica. Il caso, svelato dal giornale locale ‘La Rioja’, è stato ripreso dai media nazionali e, in Italia, da ‘Ansa’.

La ricostruzione dei fatti

Secondo quanto riportato, le due bimbe nacquero lo stesso giorno in un ospedale di Logroño, ora dismesso.

Le neonate furono incubate prima del contatto con le rispettive madri e lo scambio sarebbe avvenuto dopo quella fase.

Ci sono voluti 15 anni prima che una delle due ragazze coinvolte (la cui identità non è stata resa pubblica) scoprisse l’errore.

Lo ha scoperto in seguito a una disputa giudiziaria avviata da sua nonna (non biologica) nei confronti del padre (anche lui non biologico): la donna, che aveva avuto in carico la tutela della bambina, aveva accusato l’uomo di non passare gli alimenti per la nipote. L’uomo si rifiutò di farlo, dicendo che quella non era sua figlia. Le analisi del Dna disposte da un tribunale confermarono quella versione.

Accortasi di esser stata scambiata alla nascita, la ragazza ha poi avviato una battaglia legale per farsi riconoscere i danni subiti.

La richiesta di 3 milioni di euro è attualmente congelata perché la giustizia è in attesa di un esame del dna del possibile padre biologico della ragazza. La probabile madre biologica, invece, è morta nel 2018.

Secondo ‘El País’, l’altra 19enne coinvolta nella vicenda è stata informata dei fatti, ma la sua posizione a riguardo non è stata resa nota.

L’assessora regionale alla Salute de La Rioja, Sara Alba, ha spiegato ai cronisti che lo scambio fu causato da “un errore umano” ma “non è stato possibile” individuare il responsabile.

Culle ospedale Fonte foto: iStock - upixa
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